L’Antitrust sbaglia gravemente a sanzionare quelle cooperative radiotaxi come il 3570, ree a suo dire di non abolire dai propri statuti la clausola di non concorrenza prevista dal Codice Civile. Queste invece hanno il diritto ed il dovere di tutelare la propria compagine sociale, la propria infrastruttura tecnologica, il proprio marchio e non per ultimo la propria utenza. Dunque, bene fanno il 3570 e la propria dirigenza a resistere in ogni sede contro quella che si presenta come un’accezione ottocentesca del concetto di concorrenza, totalmente avulsa dal quadro costituzionale che al suo art. 45, 1° co. recita: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.”
Diversamente, la linea che va tenendo l’Antitrust rischia di fungere da quinta colonna delle multinazionali straniere e porterà alla distruzione delle cooperative sociali dei tassisti italiani! Che si sia di fronte ad un manifesto errore che porta ad un eterogenesi dei fini, ce lo testimonia proprio la multinazionale Freenow che ha invocato l’azione dell’Antitrust contro le cooperative sociali dei tassisti italiani. Essa, oggi, dopo appena pochi anni di operatività, è già la più grande compagine nazionale, avendo a sé legato prevalentemente tutti quei tassisti che non avevano sistemi di chiamata condivisa, non volendo operare nel quadro associativo delle cooperative, fatto di comune condivisione di investimenti, tecnologie, formazione, controlli disciplinari a fondamento della qualità del servizio taxi italiano. La china intrapresa, dunque, è già quella di una sempre più massiccia concentrazione dell’offerta di servizio nelle mani di una sola multinazionale. Ed il problema sarebbe il 3570!
Secondo noi, le varie autorità indipendenti che si interessano del settore taxi, dovrebbero invece incentivare l’adesione dei tassisti italiani alle cooperative sociali che sono un baluardo costituzionale di efficienza, innovazione e qualità di un servizio che ad oggi, in tutto il territorio, vanta indici di gradimento che non teme confronti. L’art. 2527 c.c., 2° co. ha consentito negli anni la nascita e lo sviluppo di nuove cooperative radiotaxi e dunque di nuova offerta utile alla nascita di nuove tecnologie, nuovi servizi ed al generale aumento della qualità del servizio offerto. Al di là dell’apparente contraddizione, non deve sfuggire che senza questa clausola non sarebbe possibile lo sviluppo di nuove realtà ed il mercato tenderebbe al totale appiattimento e concentrazione nelle mani delle realtà finanziariamente più forti.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi