Adesso possiamo dirvelo!
Non correndo il rischio di pavoneggiarci, visto che le cose non sono andate come era in nostro obiettivo che andassero, oggi possiamo raccontare ai nostri Iscritti quale sia stato il nostro impegno nell‘ultimo mese.
Dopo la presentazione delle tre bozze di decreto, inerenti il D.p.c.m. sulle piattaforme tecnologiche e i due decreti attuativi sul registro elettronico nazionale (R.e.n.) e sul foglio digitale di servizio, vista la gravità di ciò che ci veniva presentato dal Governo, abbiamo rilevato la necessità di tentare di riunire il fronte delle tante sigle sindacali e associative presenti nel nostro settore. La gravità di ciò che ci era stato messo davanti, seppur in presenza di una dichiarata disponibilità al confronto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non si era presentata neanche col famoso decreto Bersani del 2006. Oggi come allora, ma con aspetti finanche di maggior gravità – dovuti al declino della cultura giuslavoristica (a causa delle subite nefaste influenze provenienti dai sistemi anglosassoni di common law) che durante il decennio trascorso si è avuto – vi sarebbe stata necessità del risveglio di quella maturità sindacale che in battaglie decisive come quelle del 2006-07 e del 2011-12, portarono i tassisti italiani a presentarsi uniti di fronte al “nemico” comune.
Da questa prioritaria necessità, abbiamo allora proposto a tutte le sigle di rappresentanza del settore, per il giorno 10 dicembre scorso (fatta eccezione per Cisl, in quanto essa aveva già palesato con pubblico documento il suo sostanziale accordo col nuovo scenario pro-multinazionali avanzato dal Governo, con l’obiettivo semmai poi, di tentare anche con essa una condivisione di posizione, laddove avesse optato per un ritorno sui suoi passi), allo scopo di presentare una piattaforma comune di risposta e, dunque, il superamento delle divisioni. Purtroppo, già questo primo passo, veniva frustrato dall’assenza di alcune sigle di rappresentanza e l’incontro si svolgeva alla presenza di, per ordine alfabetico: Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Faisa Confail, Legacoop, Mit, Orsa, Tras, Satam, Silt, Tam, Tpln Fast Confsal, Uil, Unica Cgil, Unione Radiotaxi d’Italia (U.r.i.), i rappresentanti delle quattro app italiane (AppTaxi, InTaxi, ItTaxi, Taxiclick) e ovviamente noi di Uritaxi.
Con tutte queste sigle (fatta eccezione per Uil e Confcommercio che optavano per altre strade), tanta era la volontà di addivenire ad una posizione il più possibile unitaria, si ravvide l’opportunità di rimettere un documento di sintesi anche a quelle sigle che non si erano presentate a questo incontro. Un documento, ovviamente, non chiuso, emendabile, su cui determinare una sintesi. Purtroppo, questo ulteriore tentativo, viene nuovamente frustrato, dopo una inutile attesa di una decina di giorni, con la produzione e immediato invio al Governo di un documento, senza neanche accettare l’apertura al confronto che i presenti all’incontro del 10 dicembre avevano fatto. È evidente che, alla luce del tentativo unitario che andavamo facendo, non potevamo sottoscrivere quel documento, nè tanto meno produrne uno unilaterale, a sola firma Uritaxi, sbattendo la porta in faccia a chi invece aveva dato manifesta prova di condividere con noi la necessità di presentare un fronte il più possibilmente unitario.
Da qui, arriviamo alla condivisione del documento del 29 dicembre, che qui vi rimettiamo, e che gode, in merito all’inquadramento delle piattaforme tecnologiche, della condivisione sia delle quattro app italiane (AppTaxi, InTaxi, ItTaxi, Taxiclick), che di 53 radiotaxi italiani.
Adesso, vedremo come si svilupperà la partita col Governo. Resta il timore più che fondato, che anche questa volta, proprio come nel 2018, si ripeta una dannosa dinamica a danno del settore. Come allora, quando di fronte al Governo penta-leghista ci presentammo inutilmente con tre documenti quasi identici espressione di tre fronti sindacali, dimostrando la spaccatura interna alla Categoria, offrimmo gioco facile alla introduzione di novità normative su cui non fu possibile fare una forte opposizione. Ma stavolta riteniamo che alcuni abbiano proprio voluto scherzare col fuoco, perché se a quel tempo davanti a noi vi erano modifiche normative sì sostanziali, ma che tutto sommato sanavano una situazione di fatto, oggi il rischio è l’avvio della completa destrutturazione del settore a favore delle multinazionali, con la parallela progressiva distruzione dei radiotaxi dei tassisti italiani (e quasi tutti i radiotaxi italiani, lo hanno evidentemente compreso).
È allora per noi doveroso ringraziare pubblicamente quelle sigle che comunque, senza opporre incomprensibili pregiudiziali, hanno condiviso con noi il tentativo unitario incentrato su due elementi imprescindibili per una efficace tutela di un settore professionale: il confronto e l’anteposizione del tutto ad una sua parte. E la speranza resta che, prima o poi, durante la guerra che abbiamo davanti, le tante intelligenze presenti in fronti oggi divisi, possano ritrovarsi in un solo blocco unitario.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi
Ultima modifica: 16 Giugno 2021