-4Pubblichiamo questa intervista rilasciata dal Presidente Nazionale Uritaxi Loreno Bittarelli all’indomani della convocazione del Parlamentino Taxi per il prossimo 12 Febbraio a Roma.

Il 12 febbraio avete convocato gli Stati Generali del vostro sindacato. E’ così grave la situazione?Ci sono vari tentativi di scardinare le nostre normative per favorire i grossi gruppi finanziari. Non è la prima volta che succede che si favorisca la grande finanza sull’economia reale. Temiamo che si voglia spianare la strada a Uber che, come tutti sappiamo, lavora in maniera illegittima. Finora al di là dei bei proclami e di qualche libretto sequestrato non c’è stato il coraggio di bloccare il servizio.

Perché secondo lei? Evidentemente il legislatore subisce influenza lobbisti di questi gruppi. 
Ci sono pressioni molto forti a cui ho paura che il legislatore non sappia resistere. Se trovasse conferma il fatto che l’Autorità dei Trasporti ha convocato Uber Pop sarebbe gravissimo. Com’è possibile che un’autorità pubblica convoca quei soggetti che il ministro dei Trasporti Lupi definisce “abusivi”? C’è qualcosa che non quadra. Noi siamo pronti a qualsiasi tipo di strategia per bloccarli.
Cosa la preoccupa?
La sicurezza dei clienti anzitutto. I clienti dovrebbero avere la preoccupazione di viaggiare con delle persone le cui attitudini professionali e fisiche non sono certificate da un soggetto terzo. Loro, di fatto, sono autocertificati da Uber che essendo un soggetto privato e di parte non può fornire le stesse garanzie di un ente pubblico. Io i miei figli non ce li manderei mai su una di quelle auto.
Cosa siete disposti a fare per contrastare il fenomeno Uber?
Qualsiasi cosa. Stiamo valutando la possibilità di adire le vie giudiziarie. L’ultima cosa che vorremmo fare sono scioperi e manifestazioni. La nostra richiesta è semplice: vogliamo che lo Stato faccia rispettare la legge. Se è vero che questo servizio è illegittimo, come lo stesso ministro dichiara, allora vi si deve mettere fine. Infine dobbiamo stare attenti che non si faccia una legge ad hoc che permetta a queste realtà illegali e illegittime di diventare legali. Lo scontro è tra grandi e piccoli, finanza ed economia reale. Spero che per una volta gli artigiani del trasporto l’abbiano vinta.
A Milano la situazione è già particolarmente tesa…
I colleghi di Milano si lamentano del modo impressionante in cui si stanno moltiplicando soprattutto gli Uber Pop. Giustamente dicono: questi sono abusivi che fanno il lavoro nostro. Giustamente dicono: o togliamo la licenza e il tassametro pure noi, non paghiamo le tasse e non facciamo più niente, oppure qualcuno dovrà intervenire a ripristino della legalità. Noi non ce l’abbiamo con quei poveri cristi che lo fanno per guadagnare qualche decina di euro, bisogna colpire alla testa chi pubblicizza e offre un servizio illegittimo. E’ questo il coraggio che è mancato all’Italia e a molti altri Paesi.
Parliamo di soldi. Qual è in termini di investimento la differenza tra voi e loro?
In una città come Roma una licenza taxi può costare sui 130mila euro, ma dipende anche dal tipo di macchina. Invece un ragazzetto con una macchina da mille euro può farsi un Uber Pop. Basta che cammini…Noi dobbiamo fare revisioni annuali, assicurazioni doppie, dobbiamo rispettare caratteristiche di abitabilità e sicurezza che chi esercita la professione in maniera illegale non è tenuto a rispettare. Noi siamo certificati da enti terzi, loro no. Il tutto a rischio e pericolo del cliente.
Ultima modifica: 9 Febbraio 2015