Questa è stata la pronta risposta inviata dai sindacati taxi a La Repubblica, che come sempre avviene con questo giornale, non ha ricevuto spazio.
Egr. sig.ra De Gregorio,
evidentemente non le basta l’abbonamento alle gaffe ed ad una lettura superficiale delle cose su cui esprime opinioni. Dopo le, seppur non volute – crediamo -, offese rivolte agli istituti professionali che le sono costate una levata di indignazione, con la nostra categoria ci va giù in modo diffamatorio. Tra accostamenti ad un presunto “pericolo” che rappresenterebbero i lavoratori del settore taxi, giovani, padri e madri di famiglia, nonni, accostamenti addirittura a “reti di affari”, “mafie e camorrìe”, si è prodigata in una serie di falsità che hanno offeso ognuno di noi. Si vergogni!
Primariamente, ma davvero ancora non ha capito, nonostante lo scoppio dello scandalo “Uber files”, che aver stralciato quel non richiesto, né dall’Europa né dai vincoli esterni del Pnrr, art. 10 del ddl concorrenza, più che un favore ai tassisti fosse un atto di giustizia contro quelle multinazionali che avrebbero potuto inghiottirsi il settore taxi e ncc proprio grazie al contesto in cui esso si inseriva, approfittandosene con i loro algoritmi dell’utenza? Un rigurgito di orgoglio deontologico, e dunque realmente informativo e di approfondimento, non glielo hanno suscitato neanche le connessioni che esisterebbero tra diversi consulenti economici nominati dalla dimissionaria Presidenza del Consiglio e una di quelle multinazionali, come emersi proprio da quanto riportato dall’Espresso in merito a quello scandalo? Forse non l’ha neanche letto, ma appunto fa giornalismo in modo assolutamente superficiale. Si vergogni!
I tassisti, a suo dire, avrebbero fatto “risse e colluttazioni” e sarebbero insorti contro l’obbligo di usare il pos? Ma davvero la sua coscienza le consente di dormire sonni tranquilli mentendo, sapendo di mentire, oppure semplicemente fa informazione abbeverandosi di qualche sensazionalistica ricostruzione di qualche suo altrettanto scorretto collega, senza documentarsi in modo appropriato per evitare di raccontare menzogne? Si vergogni!
Allora due cose che la aiuteranno ad andare più a fondo delle questioni, rispetto a ciò che le potrebbe consentire un bel bagno nel mare di Capalbio.
L’obbligo del pos, che ogni tassista aderente ad un radiotaxi utilizza, ma non solo quelli, non è una misura anti-evasione, visto che va ad intaccare quel 5% di evasione prodotta dalle piccole imprese sul totale complessivo evaso (come ricostruito dall’Associazione contribuenti italiani e ripreso dal suo giornale), ma una delle tante regalie fatte al sistema bancario, che sottrae almeno un migliaio di euro l’anno in commissioni bancarie, in esponenziale crescita, a tutti gli artigiani e commercianti obbligati a tenerlo. Un servizio per cui una direttiva europea obbliga a non riversarne il costo di servizio alla clientela, ma che deve invece essere pagato come tassa pri-va-ta (!) sul lavoro e girato – attenti bene – non allo Stato, ma al sistema bancario e delle multinazionali del credito, grazie all’obbligo inserito dai governanti italiani. Capisce, un obbligo che costa fior di quattrini ma che va a favore di altri privati. Le pare una misura liberale, o meglio, da “libero mercato”? In ogni caso, mai una protesta né verbale né tanto meno insurrezione vi é stata da parte dei tassisti italiani a tal proposito. Si vergogni!
Circa il “libero mercato in regime di concorrenza” nel trasporto pubblico non di linea, le è chiaro che se un settore a tariffa amministrata, con obbligo di prestazione e obbligo di turno di servizio, viene messo in concorrenza con chi tali obblighi non ha, perisce perché vittima di concorrenza sleale? Noi chiediamo stesse regole in stesso mercato, oltre alla tutela di un servizio che ogni indagine di mercato testimonia di funzionare bene. Se si vuole la libertà tariffaria, allora si toglie il tassametro ai tassisti e l’utenza non avrà più la garanzia di spendere sempre la stessa cifra in ogni momento, e subirà le conseguenze del modello algoritmico ad asta praticato dalle multinazionali. Ma la botte piena e la moglie ubriaca, a spese dei piccoli artigiani ed a vantaggio delle multinazionali – l’indegno “forti con i deboli e deboli con i forti” tanto caro al sistema che a lei piace e di cui è megafono – non è più tollerabile. Si vergogni!
Associazione Tutela Legale Taxi – Ati Taxi – Claai – Federtaxi Cisal – Or.s.a Taxi – Satam – Tam – Ugl Taxi – Unimpresa – Uritaxi – Usb Taxi – Uti
Il vergognoso articolo di Concita De Gregorio:
Ultima modifica: 31 Luglio 2022