Gianluca Vitale, delegato lecchese di Uritaxi, uno dei sindacati dei tassisti, non ci sta. Far passare un singolo
episodio come una mancanza di tutta la categoria non gli sta bene. «La signora dell’albergo aveva telefonato
per otto persone che dovevano andare all’Orsa. A disposizione, come sempre la domenica, c’è un taxi solo
che però può chiamarne in aiuto un altro quello reperibile. Gli ha risposto che c’era solamente lui perché
probabilmente voleva fare due corse, ma lo capisco. Ci sarebbe voluto poco dall’Alberi all’Orsa fare due giri.
Ma la signora ha preteso i due taxi contemporanei e il collega non se l’è sentita di chiamare il reperibile. Tutto
qui. Dov’è il caso?».
Vitale sostiene che il caso accaduto è più unico che raro: «È un caso sporadico. C’è la
fila di taxi che aspetta i clienti, la domenica, non il contrario. Stiamo sotto il sole per tutta una giornata e non
carichiamo pressoché nessuno. Ma poi è come se telefonassi, com’è accaduto, per chiedere una camera e
mi rispondessero che c’è il tutto esaurito… Sarebbe un caso? A Lecco non esiste il turismo?».
Il sindacalista dei tassisti lecchesi è davvero arrabbiato perché la “denuncia” della titolare dell’Alberi rischia di
mettere in cattiva luce una categoria che già lavora con grandissime difficoltà: «Molto probabilmente il collega
voleva fare due corse.
Mentre lei voleva due taxi e così ha annullato. Lo sbaglio è stato di entrambi». Vitale
non è d’accordo sull’accusa di una Lecco senza servizio taxi. «Ho sentito dire che si vorrebbe un taxi fisso sul
lungolago, ma io non vado a fare la posta ai clienti laggiù mentre possono chiamare e in un attimo andiamo a
prenderli. Tutti pretendono e tutti vogliono, ma si lamentano solamente quando fa comodo. Non parliamo di
quando chiudono il lungolago e noi ci mettiamo mezz’ora per fare il giro della città. Basterebbe aprirci via
Cavour e farci scendere da lì sul lungolago. Invece no».
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Ultima modifica: 7 Luglio 2015