it_podGli italiani non conoscono le applicazioni mobili dedicate ai trasporti, e quindi non sfruttano i vantaggi che offrono in termini di tempi e risparmi per affrontare gli spostamenti. Nonostante siano almeno 30 milioni coloro che ogni giorni devono muoversi per raggiungere la scuola, l’università o il luogo di lavoro, solo il 27% ha installato sul proprio smartphone almeno un’applicazione, ma appena l’8% ne fa un uso quotidiano. Se tre quarti dei connazionali concordano sul fatto che il ricorso alle tecnologia abbia migliorato la vita di viaggiatori e pendolari, ben il 42% non utilizza nemmeno una mobility app.

l deludente scenario presentato nel corso di IT Taxi Smart Mobility Talk — incontro sul futuro della mobilità che si è svolto nella sede romana della cooperativa radiotaxi 3570 — si inserisce all’interno di un altro tema molto discusso ma, a quanto pare, poco noto agli italiani: le auto senza conducente. I veicoli autonomi sono visti come un fenomeno lontano, non solo perché bisognerà pazientare anni prima di poterne acquistare una, ma anche e soprattutto perché non rientrano nell’immaginario collettivo: l’indagine quantitativa condotta dall’Istituto Piepoli, su commissione di IT Taxi (e basata su un campione di 510 intervistati dai 18 anni in su) rivela che il 23% non ha mai sentito parlare di macchine senza conducente, mentre l’89% si dice non pronto davanti al loro arrivo.

Detto che l’innovazione del settore è auspicata dalla stragrande maggioranza, al 73% degli intervistati non alletta l’ipotesi di viaggiare su un mezzo completamente autonomo.

E a sorpresa sono i più giovani (18-34 anni) a incidere sul dato, forse perché più attenti alle potenziali anomalie che si potrebbero verificare.

La preoccupazione più citata nell’indagine è il mancato funzionamento dei computer, cui si lega la volontà di affiancare una presenza umana al pilota automatico. Senza dimenticare che c’è e ci sarà sempre una fetta di persone che escluderanno a priori la macchina a guida autonoma per il piacere di guidare l’auto in prima persona. In definitiva, dunque, soltanto otto persone su cento acquisterebbero una driverless car se fosse già disponibile.

Mobility app e guida autonoma sono due soluzioni apprezzate dall’Unione Radiotaxi Italia (URI). Per colmare le lacune degli italiani IT Taxi ha realizzato una Guida Rapida alla Smart Mobility (si scarica gratis qui), con il contributo di alcuni personaggi delle realtà più note del settore come BlaBlaCar, Router220, Moovit, Urbi, Andale e CityMapper, Sharen’Go, Car2Go e EasyPark. Quanto ai taxi senza pilota, la visione dei tassisti si fonda su una compartecipazione tra intelligenza artificiale e intervento umano. “Al di là dei risultati dell’indagine, noi siamo consapevoli che le auto con il pilota automatico sono una realtà concreta che impatterà moltissimo sul settore dei taxi, ma anche sul traffico e sulla modalità di spostamento cui siamo abituati”, spiega Lorenzo Bittarelli, presidente della cooperativa radiotaxi 3570 e dell’URI.

Per combattere il loro arrivo e l’avanzare di temuti rivali (leggi Uber), l’imperativo per i tassisti è sfruttare la tecnologia per offrire opportunità e vantaggi agli utenti. Il passo più significativo è stato il lancio di IT Taxi, l’applicazione che consente di prenotare una corsa in modo rapido e semplice con lo smartphone. Il riscontro è buono e, grazie a servizi come IT Taxi Business che semplifica la vita (contabile) delle aziende, si viaggia sulle centinaia di migliaia di corse chiamate ed erogate via app. L’attenzione dell’URI è rivolta però a integrare nuove funzioni: “Stiamo lavorando con i colleghi stranieri per creare un network mondiale affinché si possa sfruttare l’applicazione per pagare il servizio, a prescindere se è stato erogato a Roma, Londra, Parigi o New York. Crediamo in una formula vincente in cui ciascuno mantiene il proprio brand e le relative procedure, assicurando però una copertura internazionale”, ci spiega Bittarelli.

Nel frattempo, dopo aver annunciato l’accordo con Satispay, l’app di mobile payment che aggiungerà una nuova opzione di pagamento a 12mila tassisti italiani, l’URI guarda anche in Italia dove, oltre alla versione IT Taxi Driver dedicata ai piccoli e medi centri abitati in cui i tassisti desiderano un canale per coprire al meglio il territorio — ma non possono permettersi i costi di un radiotaxi (“Solo nell’ultimo periodo ci sono arrivate richieste da Lecce, Cosenza, Lamezia Terme, Desenzano sul Garda, Castelfiorentino”, aggiunge il presidente) — ci sono altre due novità in rampa di lancio. La prima è il calcolo della tariffa, già disponibile su IT Taxi nella versione desktop e a breve su quella mobile, che consente all’utente di sapere il costo del taxi prima della chiamata (che può oscillare di qualche euro una volta a bordo, a seconda del traffico). La seconda è il taxi-sharing, che permetterà di dividere le spese di trasporto tra più viaggiatori, si potrà pagare in contanti, carta di credito, PayPal, bitcoin e crediti acquisiti con le corse precedenti (ognuno vale 10 centesimi di euro e se ne matura uno a chilometro), ma sarà disponibile all’inizio solo da e verso luoghi di interesse come monumenti, stazioni ferroviarie, aeroporti e musei.

 

Leggi l’articolo completo su
logo-wired

 

 

Ultima modifica: 18 Ottobre 2016