Pubblichiamo alcuni documenti facenti parte del dossier trasmesso all’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

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Prima di affrontare le norme di Legge che regolano l’attività dei taxi è necessario introdurre
una breve analisi del contesto generale in cui si colloca il nostro lavoro. E’ solo una premessa,
ma vale molto di piu’ di una premessa, ed è importante che se ne tenga conto… Negli ultimi 15
anni, il nostro Paese non è cresciuto, e dal 2008 in poi ha perso quasi 10 punti di PIL.
Naturalmente, in questi 16 anni, anche l’attività dei taxi è andata progressivamente in calo. I
costi di gestione sono aumentati e il regime fiscale ci ha fortemente penalizzato. Nel
contempo, però, in rispetto del servizio pubblico che svolgiamo, noi tassisti abbiamo rinnovato
i nostri mezzi, abbiamo via via installato sistemi telematici e applicazioni innovative per dare ai
nostri utenti nuovi servizi di chiamata sempre più innovativi ed efficienti. Gran parte dei tassisti
oggi opera con vetture nuove, poco inquinanti, ibride, a metano, euro 5, ed alcuni addirittura
elettriche. Sono ormai pochissime o quasi inesistenti le Euro 4. In questi ultimi 16 anni però, è
nel frattempo diminuita la sicurezza, e sono diminuiti gli organici delle Forze dell’Ordine. Ma i
tassisti, di ogni parte del Paese, hanno continuato a garantire, 24 ore su 24, non solo di
giorno quando è più facile, ma anche di notte, la reperibilità e la continuità del servizio. Senza
alcun costo per la collettività. Quanta sicurezza abbiamo dato nelle periferie di notte, arrivando
in pochi minuti da chi ci aveva chiamato? Nonostante, lo ripeto, gli incassi giornalieri siano
progressivamente diminuiti e gli oneri a nostro carico aumentati. Non si contano le volte che
accompagniamo persone che non si sentono bene al più vicino Ospedale, quante volte
raccogliamo persone in difficoltà e le accompagniamo nei posti di Polizia… e tanto altro. In
questo contesto, consentire a chiunque di svolgere un servizio analogo al nostro, senza
nessun vincolo di moralità, sicurezza, professionalità e conoscenza del mestiere, sarebbe un
gravissimo atto di imprudenza, e rappresenterebbe un vero e proprio attacco alla vita di
migliaia di imprese individuali, che hanno sempre pagato le tasse, che contribuiscono a far
crescere il PIL del nostro Paese (e non di altri), e che non godono di alcuna sovvenzione
pubblica. I Sindaci, dovrebbero far applicare la legge dai Vigili Urbani. I Ministeri dei Trasporti
e degli Interni dispongono di norme chiare da far applicare. E invece, con il pretesto
dell’avvento delle nuove tecnologie, è stato chiesto l’intervento della Autorita’ dei Trasporti, con
la chiara, e ormai palese intenzione, di farsi suggerire modifiche finalizzate ad “aggiornare” la
normativa vigente. La sacrosanta verità, è che la Legge 21.92 che regolamenta il nostro
settore non è vecchia come si vorrebbe sostenere (il Codice Penale risale al 1933), anche
perché è stata più volte aggiornata negli ultimi anni, per ultimo nel 2012, né tantomeno pone
alcun ostacolo alle nuove tecnologie, che tra l’altro i radiotaxi hanno costantemente
implementato e – almeno da questo punto di vista – non necessita di alcuna modifica. Secondo
noi invece, oggi è giunto il momento prendere di petto la situazione, per ribadire con forza
quanto sia importante la funzione svolta dal servizio pubblico e che Le Leggi vanno rispettate,
piuttosto che modificate a misura degli interessi delle vere e fortissime lobby, che non sono
certo rappresentate dai tassisti, ma dai potenti della finanza che stanno tentando ancora una
volta di impossessarsi del nostro settore, con lo scopo di lucrarci sopra, sulla pelle e in
disprezzo delle persone che lavorano. Perché, se la prepotenza della finanza dovesse
prevalere sulla ragione e sull’umiltà del lavoro, dovremmo poi ritenerci responsabili di tutte le
negatività che ne derivano, in termini di qualità del servizio e di sicurezza per gli utenti, oltre a
quelle di carattere sociale e dei conseguenti problemi di ordine pubblico.

Loreno Bittarelli
Presidente Unione Radiotaxi Italia

Ultima modifica: 4 Marzo 2015