Taxi, Palazzo Vecchio studia il bando per l’aumento delle licenze. Le ultime settimane di striscianti proteste per le attese, soprattutto quelle attaccate al telefono con le centraline Cotafi e Socota, fino alla contestazione aperta degli albergatori che vedono stazionare per ore i loro clienti in attesa di una vettura, hanno convinto sindaco e assessore a procedere. E senza tanto clamore si è già ordinato agli uffici di studiare la road-map per aumentare la flotta delle 654 auto pubbliche oggi in servizio.
Che tipo di bando possiamo lanciare? Con quali requisiti e prove di concorso? A quali prezzi? Sono queste le domande alle quali si cerca una riposta. Perché c’è pure l’incaglio del decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006: «Se dalla messa a bando incassiamo, per dire, 1 milione di euro, dobbiamo girare gran parte dei soldi alle cooperative che gestiscono il servizio», si spiega dagli uffici comunali. Una clausola forse singolare ma in effetti inequivocabile , secondo il decreto Bersani: «I proventi derivanti sono ripartiti in misura non inferiore all’80% tra i titolari di licenza di taxi», si legge nel testo del decreto. Che per Palazzo Vecchio diventa un altro motivo di approfondimento: c’è un via per evitare che i soldi derivanti dal rilascio di nuove licenze finiscano alle due coop?
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Ultima modifica: 28 Luglio 2015