284-poRapinava i tassisti. Portava via soldi, telefoni cellulari, chiavi dell’auto. E la tessera sanitaria. «Ho perso la
mia, mi serviva per acquistare le sigarette» ha detto agli investigatori che lo hanno preso dentro a un bar.
Giuseppe Greco (difeso da Demetrio La Clava), 30 anni fra una settimana, agiva armato di pistola o di
coltello. Ha colpito tre volte. Una rapina è stato proprio lui a confessarla, altrimenti gli agenti del
commissariato San Paolo non l’avrebbero scoperta: manca la denuncia. Il rapinatore
Greco ha confessato. Ha aiutato gli investigatori, coordinati dal pm Andrea Padalino. Ma i poliziotti non
avevano dubbi. Lavoravano su due rapine, il giovane li ha aiutati a ricostruire la terza. Il sospetto, però, è
che siano molte di più. Il giovane è conosciuto in zona San Paolo. È il quartiere dove abitano i genitori.
Ogni tanto li va a trovare, ma dorme dove capita. Ha problemi di droga, cocaina. E la fama di quello che ci
pensa poco a menar le mani. I «balordi» della zona lo conoscono, come anche frequentatori e titolari di bar.
E proprio quest’abitudine ha favorito l’arresto.
La segnalazione dell’ultimo «colpo» è dell’8 gennaio. La sera prima, un tassista aveva fatto salire il giovane
in corso Racconigi angolo via Malta e lo aveva fatto scendere in via Azzi. «Mi aspetti qui, scendo un attimo
e torno» aveva detto Greco. A quel punto, il tassista aveva chiesto un anticipo. Per tutta risposta, Greco
aveva tirato fuori di tasca una pistola, aveva messo il proiettile in canna e aveva puntato l’arma contro il
tassista. Bottino: 70 euro, uno smartphone e la chiave della Toyota «Prius».
Un mese prima, Greco aveva «colpito» in via Pozzo Strada angolo via Sant’Antonino. Con lui c’era un altro
giovane, «aveva un accento dell’Est» ha detto il tassista, che in quella rapina ha perso 130 euro, due
cellulari, i documenti e le chiavi dell’auto. Ha riconosciuto la foto di Greco in mezzo ad altre otto. «Lui mi
puntava una pistola, mentre il suo complice mi prendeva alle spalle e mi metteva un coltello alla gola» ha
spiegato agli investigatori.
I poliziotti di San Paolo non potevano sapere dell’altro «colpo», avvenuto a novembre. Greco era appena
uscito dalla comunità dove aveva cercato di disintossicarsi. Invano. E forse, è stato proprio in
quell’occasione che ha pensato di prendere di mira i tassisti. Salito (assieme al complice dell’Est) sull’«auto
bianca» in periferia, aveva chiesto di andare in piazza Massaua. Dove aveva puntato un coltello al tassista
per farsi dare incasso e chiavi dell’auto. Un bottino di mille euro.
«Avevo notato quel personaggio gironzolare intorno all’area di sosta dei taxi in piazza Sabotino. Quando
l’ho fatto salire come cliente poco più in là, mi è venuto in mente» ha raccontato alla polizia l’ultimo tassista
rapinato. Così, gli investigatori hanno visionato i video girati da una decina di telecamere di sorveglianza in
zona. Compariva un giovane con una «calvizie di forma circolare», come aveva spiegato il tassista. Greco
non poteva sapere che il questore Salvatore Longo ha ordinato di aumentare le pattuglie in città. Così, in
pochi giorni, il giovane è finito in manette. A casa dei genitori aveva ancora le tessere sanitarie e le chiavi
delle auto di due tassisti. Abbastanza per convincere il giudice Alfredo Toppino a convalidare l’arresto. In
attesa di trovare il complice.

 

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Ultima modifica: 19 Gennaio 2016