A Milano i tassisti attuano uno sciopero selvaggio dal quale si sono dissociate le principali sigle sindacali. I tassisti che protestano accettano le chiamate, ma poi non si presentano all’indirizzo dei clienti e disertano i parcheggi di Linate e delle stazioni.
Il risultato: centralini dei radiotaxi intasati dalle proteste, impossibilità di smaltire nuove corse e pesanti disagi per chi arriva o parte da stazioni e aeroporti. La protesta nelle strade di Milano Una delegazione è stata ricevuta a Palazzo Marino dal capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Baruffi. Il Comune, da parte sua, ha assicurato più controlli da parte dei vigili, anche di sera, sui noleggi con conducente per impedire “l’esercizio abusivo” dell’attività. In piazza della Scala la situazione è controllata dalle forze dell’ordine, anche se non è mancato qualche momento di lieve tensione quando i tassisti manifestanti hanno tentato di fermare le auto dei colleghi rimasti in servizio, in qualche caso facendo scendere i passeggeri.
I tassisti protestano contro il nuovo servizio di auto con conducente Uber. Incalzati anche dalla diffusione del car sharing, i tassisti sono sul piede di guerra per l’ipotesi che le auto in condivisione si possano avvantaggiare di corsie a oggi precluse al traffico privato (come la Ztl di corso Garibaldi). Dalla protesta selvaggia si è dissociato il Coordinamento delle organizzazioni di categoria tassisti e radiotaxi, che invece ha proclamato una giornata di fermo del servizio per il giorno 20 febbraio dalle 8 alle 22 e convocato per il 10 febbraio prossimo, a partire dalla 16, un presidio di protesta in piazza della Scala.
Ai tassisti è arrivata la solidarietà del segretario della Lega, Matteo Salvini, e dell’ex vicesindaco Riccardo De Corato (Fdi). Il Codacons invoca l’intervento della Commissione di garanzia per gli scioperi. L’associazione di consumatori ricorda che la regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili nel settore del servizio taxi, adottata con delibera del 24 gennaio del 2002, stabilisce che “l’astensione dal servizio di taxi deve essere comunicata al sindaco od ai sindaci del o dei comuni interessati con almeno dieci giorni di anticipo”. Cosa che non è avvenuta in questo caso.
Fonte: Repubblica
Ultima modifica: 29 Gennaio 2014