Loreno Bittarelli non riesce ancora ad essere ricevuto in Comune dall’assessore alla Mobilità (la dicitura
esatta della carica è «alla Città in Movimento»), Linda Meleo. Se la grillina aspetta ancora un po’, la
sindaca Raggi perderà il taxi. Anzi, molti.
Eppure, quando i tassisti si sono trovati davanti alla scelta «O
Giachetti, o Raggi» non ci hanno pensato su: Raggi tutta-la-vita. E allora Bittarelli, perché non la ricevono in
Campidoglio? «Credo non sappiano cosa dirci», esordisce il presidente del Radio Taxi 3570, la flotta più
grande d’Italia e d’Europa, 3.700 taxi sugli 8.000 romani. «Magari pensano che le nostre richieste
potrebbero metterli in difficoltà… o forse sanno che, personalmente, ho votato Marchini». Addirittura.
Cosa
volete? «Finanziamenti per la realizzazione di 15 colonnine per la ricarica dei taxi elettrici (costano 30.000
euro l’una, servono 4 vetture contemporaneamente, ndr), già chieste ad Alemanno e Marino. Ogni taxi
produce 6 tonnellate di CO2 all’anno, come le altre autovetture. I taxi elettrici hanno poca manutenzione,
consumano meno e non inquinano. Poi chiediamo altri contributi per adattare nuovi taxi a misura di
disabile: occorrono circa 10.000 euro ad autovettura. Nella nostra flotta ne abbiamo una cinquantina, ma
non bastano. Ci servono più corsie preferenziali, per muoverci meglio nel caotico traffico romano, ma forse
la giunta evita di scontrarsi coi commercianti che preferiscono le auto ferme in doppia fila davanti ai negozi.
Manca solo la decisione degli amministratori: fare una corsia preferenziale non ha un grosso costo, la
potremmo fare noi tassisti con qualche barattolo di vernice…».
LA SOLITA MANINA? Un’obiezione che
spesso viene mossa ai tassisti è: volete comprarvi le autovetture col denaro pubblico? «Siamo un servizio
pubblico, a tutti gli effetti, come i bus e i treni», risponde Bittarelli, «poiché le nostre tariffe sono imposte, c’è
l’obbligo della prestazione, determinati standard di operabilità. Per il resto ci paghiamo tutto da soli:
l’autovettura, la licenza, il carburante, le ferie, la malattia. Abbiamo perso le agevolazioni per i carburanti,
anche gli attuali 600 euro all’anno verranno probabilmente eliminati nella prossima Legge di Stabilità.
Vogliamo trasformare il nostro parco auto in elettrico? Ogni vettura elettrica costa oltre 35.000 euro.
Un’auto diesel costa 25.000 euro. Gli incentivi sono necessari per spingere il tassista a scegliere l’auto
elettrica. Più una vera rete di ricarica». Le colonnine telefoniche di chiamata pubblica del taxi sono l’oggetto
sul quale tassisti e Comuni si scontrano. «A Roma», afferma Bittarelli, «tale servizio si è dimostrato
fallimentare. Ci sono appena 60 colonnine di chiamata, di cui la metà rotta. Più di 700.000 euro pubblici
buttati al vento. Al 3570, ogni giorno, assegniamo circa 30.000 corse alle nostre 3.700 autovetture, mentre
il servizio di chiamata comunale 060609, esteso a tutti gli 8.000 taxi della Capitale, non arriva a smistare
nemmeno 1.000 corse al giorno. Numeri ridicoli, che testimoniano il fallimento di un progetto pubblico e, al
tempo stesso, dove si orienta la scelta dell’utente: sul radiotaxi privato. Manco nel Terzo mondo», continua,
«hanno più le colonnine telefoniche: a Roma è pura follia pensare di far partire i taxi solo da 60 punti, l’area
metropolitana è troppo vasta…». Però da Veltroni ad Alemanno, tutte le amministrazioni hanno finanziato
«un giocattolo» che, a detta dei tassisti, sa ormai di medioevo.
ALTRA MUSICA A MILANO «Anche a
Milano», afferma Vito Inserrato, presidente del radiotaxi milanese Yellow Taxi, compagnia nata nel 2001,
«abbiamo contestato l’ultimo bando, costruito ad hoc per le compagnie telefoniche esperte di software.
Abbiamo fatto ricorso al Tar», ricorda Inserrato, «che ci ha dato ragione, poi il Comune si è rivolto al
Consiglio di Stato, sostenendo che il servizio di chiamata pubblico era indispensabile per l’Expo. Infatti il
servizio MilanoInTaxi 027777, sul quale sono stati buttati altri soldi pubblici, ha iniziato a funzionare dopo
che l’Expo era terminato. Il Comune di Milano ha stanziato 700.000 euro, tutti andati a Fastweb. L’allora
assessore Pierfrancesco Maran (riconfermato nella giunta di Giuseppe Sala con deleghe all’Urbanistica, al
Verde e all’Agricoltura, ndr), affascinato dalle nuove tecnologie e strenuo sostenitore di Uber, ha voluto farci
un dispetto. Noi gli spiegavano che i nostri sistemi erano già d’avanguardia, in linea con gli standard
europei, ma lui ci rispondeva: «Eh sì, però Uber…»». Un dialogo nato morto, in pratica. «L’Expo è finito in
ottobre», continua Inserrato, «e il nuovo servizio pubblico di chiamata è stato avviato in dicembre». La flotta
presieduta da Vito Inserrato risponde allo 026969, sono 1.300 autovetture sui quasi 5.000 taxi circolanti a
Milano. Quanto guadagna un tassista a Milano? «In media», dice Inserrato, «facendo 10 ore al giorno, in
sei-sette giorni porti a casa 2.000-2.500 euro. Molto dipende anche dai turni, quello serale è più redditizio e
più facile, c’è meno traffico. Abbiamo anche un turno di 12 ore, ma c’è anche chi si ferma il venerdì sera».
SISTEMA MISTO Tuttavia fra Roma e Milano una differenza c’è. «A Milano», racconta Inserrato, «abbiamo
puntato sulle auto ibride benzina-elettriche. E siamo grati alla Regione Lombardia e al Comune che, per 15
anni, hanno sempre erogato i contributi indispensabili per ammodernare il nostro parco auto. Fu Formigoni
che iniziò a finanziare i taxi ecologici. La Regione ci ha dato circa 5.000 euro ogni volta che cambiavamo
l’autovettura e il Comune, più o meno ogni due anni, aggiungeva i suoi 1.0002.000 euro. Solo negli ultimi
due-tre anni tali contributi sono scomparsi». Taxi uguale sicurezza, altro argomento caro ai tassisti. «Se c’è
un problema in città, spesso siamo noi a chiamare le forze dell’ordine. Abbiamo battagliato con Palazzo
Marino», spiega Inserrato, «per far ragionare gli amministratori sul servizio di presidio che svolgiamo,
rendendo Milano più sicura: adesso i nostri taxi hanno telecamere che riprendono l’esterno e l’interno,
finanziati anche dal Comune».
Torniamo a Roma. Bittarelli, allora speriamo che prima di Natale possa
essere ricevuto in Campidoglio… «Se non c’è dialogo, ci può essere solo lo scontro. Il fermo del servizio»,
afferma il leader del Radio taxi 3570, «è il primo strumento di lotta che abbiamo. Aspetteremo qualche altra
settimana, ma certo questo dell’amministrazione Raggi è un atteggiamento anomalo. Con i precedenti
amministratori ci siamo incontrati, almeno per conoscerci. Ma questi manco ti rispondono…».
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Ultima modifica: 30 Novembre 2016