I ricercatori dell’Università della California a Davis hanno dimostrato che il car sharing non allontana le persone dall’automobile, bensì da autobus e treni.

Agli albori di Uber e Lyft, quando le compagnie di taxi illegali cercavano di ottenere il permesso dallo Stato ad operare sotta la nuova definizione di “Transportation Network Companies, le aziende sostenevano che avrebbero svolto un servizio pubblico e convincendo le persone ad abbandonare le loro auto private.

Perché possedere un’auto e pagare manutenzione, parcheggio, benzina e tasse, quando puoi semplicemente chiamare un vicino su un’app e lui ti porterà dove vuoi andare? Ecco perché lo chiamavano “ridesharing”, il che era una bugia: la condivisione non comporta una tariffa per i servizi.

La realtà è che quando Uber si è rivolta a Wall Street per un’IPO (initial public offering – offerta pubblica iniziale NOTA), che avrebbe reso i suoi fondatori davvero molto ricchi, l’azienda è uscita allo scoperto con la verità: il suo modello di business avrebbe funzionato solo se fosse riuscita a far desistere le persone non dall’utilizzo delle loro auto private, ma da treni e autobus. In altre parole Uber ha, per definizione, attaccato il trasporto pubblico. 

Dai documenti dell’IPO:

Riteniamo di poter continuare ad aumentare il numero di viaggi effettuati con i nostri prodotti Ridesharing e sostituire così la proprietà di veicoli personali e l’utilizzo del trasporto pubblico, uno alla volta, anche attraverso investimenti continui nelle nostre convenienti opzioni di Ridesharing, come Uber Bus ed Express POOL.

Indovinate un po’? Funziona.

Un nuovo studio dei ricercatori dell’Università della California Davis mostra che più della metà dei viaggi effettuati dai passeggeri sui veicoli Uber e Lyft “hanno sostituito forme di trasporto più sostenibili, come camminare, andare in bicicletta, condividere l’auto e usare i mezzi pubblici, o hanno creato nuovi chilometri percorsi dai veicoli”.

Lo studio è piuttosto dettagliato e tecnico, e contiene molta matematica complicata, ma i dati sono solidi e consultabili all’indirizzo: https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/03611981241247047

Lo studio ha esaminato la Bay Area di San Francisco insieme a San Diego e Los Angeles-Orange County. I ricercatori hanno utilizzato un sondaggio dettagliato per tracciare 9.600 persone con un’app per registrare i loro viaggi e le modalità utilizzate.

La loro conclusione generale:

Abbiamo scoperto che oltre il 50% dei viaggi con ridehailing nel nostro campione sostituivano modalità di trasporto più sostenibili (ad esempio, trasporto pubblico, modalità attive e car pooling) o creavano nuovi chilometri percorsi, con un tasso di viaggio indotto del 5,8%, vedendo il trasporto pubblico come modalità sostituita più frequentemente.

La situazione è destinata a peggiorare man mano che Waymo e Cruise inizieranno a offrire sempre più corse in auto senza conducente.

Sappiamo già che Uber e Lyft hanno creato notevole congestione e traffico  a San Francisco e che il loro arrivo non è stato parallelo ad un calo delle auto di proprietà.

Lo studio va oltre:

Gli intervistati senza un veicolo di proprietà e che utilizzano servizi condivisi avevano maggiori probabilità di abbandonare il trasporto pubblico… un calo del numero di utenti dei trasporti pubblici a favore del ridehailing aumenterà i chilometri percorsi dai veicoli (VMT) e diminuirà le entrate per le aziende di trasporto pubblico, il che potrebbe portare a un ciclo di declino nei servizi di trasporto pubblico.

Immaginate cosa succederebbe se chiunque potesse facilmente chiamare un veicolo senza conducente (che potrebbe essere elettrico, ma consuma comunque molta più energia di un autobus o di un treno) per andare ovunque nel paese. La minaccia nei confronti del trasporto pubblico è molto, molto reale.

Oh, e lo studio ha scoperto che le persone con redditi più alti sono più propense a usare Uber e Lyft, il che non sorprende, ma se ciò portasse al crollo del trasporto pubblico più economico, l’impatto economico sui meno abbienti sarebbe immenso. Non saranno in grado di spostarsi, di andare al lavoro o a scuola, di comprare cibo, di far visita agli amici…

Lo studio rileva:

Nel complesso, questi risultati forniscono spunti preziosi per i decisori politici che intendono affrontare le problematiche ambientali e di equità associate al servizio di ridehailing.

La precedente affermazione varrebbe se i decisori politici prestassero più attenzione e pensassero a politiche serie, invece di dare ascolto ad i miliardari signori della tecnologia che finanziano le loro campagne.

 

Di TIM REDMOND, 5 settembre 2024

LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE: https://48hills.org/2024/09/uber-and-lyft-are-undermining-public-transit-a-new-study-shows/

TRADUZIONE UFFICIO STUDI URITAXI 

Ultima modifica: 18 Settembre 2024