Dopo il blocco subito la settimana scorsa nella città di Bruxelles e poi a Berlino, nuovi problemi per Uber anche a Barcellona.
E’ ormai evidente che la app americana, che consente di prenotare auto con conducente via smartphone, è come il fumo negli occhi dei tassisti di tutta Europa.
Sbarcata in Europa tre anni fa, prima tappa a Parigi nel dicembre del 2011, la start up di San Francisco finanziata fra gli altri da Goldman Sachs e Google Ventures (258 milioni di dollari i fondi raccolti nel 2013), Uber si è allargata a Londra nel giugno del 2012. Ma la sua presenza nel Vecchio Continente è mal digerita dai tassisti, che l’accusano di concorrenza sleale e di non rispettare le regole in vigore per il trasporto pubblico non di linea. I problemi più grossi per Uber sono arrivati in sequenza a Parigi, con le proteste dei tassisti locali all’inizio del 2014 e l’obbligo di attendere 15 minuti prima di rispondere ad una chiamata.
E sono continuati a Bruxelles, dove la settimana scorsa il servizio è stato messo al bando, pena una multa fino a 10 mila euro per gli autisti pizzicati al volante con dei clienti a bordo. Infine a Berlino, dove Uber ha subito lo stesso trattamento e l’associazione locale delle auto bianche è riuscita a stoppare (temporaneamente) il servizio. In precedenza il servizio era finito nel mirino anche in Italia, in particolare a Milano.
Poche settimane fa Uber è sbarcata anche a Barcellona, dove però il servizio UberPOP, una soluzione peer-to-peer di sharing del servizio di trasporto, non è legale. La normativa che regola il trasporto pubblico non di linea dell’Ue non consente a conducenti privati di accettare compensi diretti o indiretti per il trasporto di clienti. Il privato cittadino proprietario del mezzo può trasportare soltanto parenti o amici per motivi personali.
La Confederazione dei Taxi Spagnoli (CTE) ha prontamente protestato nei confronti di Uber, invitando le autorità locali ad intervenire per bloccare il servizio che incita “all’uso di un servizio di trasporto pirata che mette in pericolo l’incolumità della clientela, alimentando inoltre il mercato nero visto che nessuna transazione è sottoposta a controlli amministrativi”. I tassisti di Barcellona hanno minacciato proteste nazionali in caso di mancato intervento.
Fonte: Repubblica
Ultima modifica: 23 Aprile 2014