https://www.ox.ac.uk/news/2025-06-23-new-oxford-research-reveals-uber-s-algorithmic-pricing-leaves-drivers-and-passengers

Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’Università di Oxford ha scoperto che l’utilizzo di prezzi dinamici da parte di Uber ha portato a tariffe più elevate per i passeggeri e a guadagni più bassi per gli autisti, aumentando al contempo la quota di fatturato di Uber.

La ricerca ha inoltre scoperto che Uber concentra la sua commissione (take rate) più elevata sulle corse con tariffe più elevate.

L’autore principale, il Professore associato Reuben Binns (Dipartimento di Informatica), ha affermato: “Maggiore è il valore della corsa, maggiore è la commissione che Uber applica. Quindi, più il cliente paga, meno l’autista guadagna effettivamente al minuto”.

Lo studio ha analizzato i dati di 258 autisti Uber del Regno Unito su oltre 1,5 milioni di corse tra il 2016 e il 2024. Ciò ha rivelato un cambiamento significativo quando Uber ha introdotto un algoritmo di tariffazione dinamica nel 2023. I passeggeri ora pagano di più per corsa, ma i guadagni degli autisti sono diminuiti. Al netto dell’inflazione, il reddito orario degli autisti è sceso da oltre 22 sterline a poco più di 19 sterline al netto dei costi operativi, e gli autisti trascorrono più tempo non retribuito in attesa di corse rispetto a prima. La commissione di Uber è aumentata da circa il 25% al ​​29% e, in alcuni casi, Uber ha incassato oltre la metà del valore della corsa.

“Più alto è il valore della corsa, maggiore è la commissione che Uber prende. Quindi, più il cliente paga, meno l’autista guadagna effettivamente al minuto” – Reubert Binns

Secondo i ricercatori, questa ricerca evidenzia il divario sempre più ampio tra ciò che i clienti pagano e ciò che ricevono gli autisti e solleva interrogativi sulla trasparenza e l’equità nella gig economy.

I risultati saranno presentati alla conferenza ACM su equità, responsabilità e trasparenza alla fine di giugno 2025.

La ricerca è stata realizzata in collaborazione con Worker Info Exchange, un’organizzazione no-profit che aiuta i lavoratori ad accedere alle informazioni e a trarre spunti dai dati raccolti sul lavoro. Lo studio è stato condotto dal Professore Associato Reuben Binns e dallo studente di Dottorato di Ricerca Jake Stein, che hanno collaborato con il Ricercatore Associato Siddartha Datta, il Professore Associato Max Van Kleek e il Professor Sir Nigel Shadbolt .

Lo studio “Not Even Nice Work If You Can Get It; A Longitudinal Study of Uber’s Algorithmic Pay and Pricing può essere letto qui:

https://arxiv.org/abs/2506.15278

 

Ultima modifica: 25 Giugno 2025