673-ubDopo mesi di polemiche e scontri verbali e non, i tassisti mettono a segno un’importante vittoria nella battaglia legale aperta nei confronti di UberPop, la app di Uber che consente di prenotare via smartphone un servizio di trasporto pubblico non di linea, senza i vincoli che valgono per la categoria dei taxi e degli Ncc.

Il tribunale di Milano ha disposto questa mattina il blocco su tutto il territorio nazionale di Uber Pop, la app di Uber (finanziata fra gli altri da Google Ventures e Goldman Sachs) che permette di prenotare un servizio di auto con conducente via smartphone con alla guida un privato cittadino.

Il provvedimento blocca il servizio e accoglie il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale” e “violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi e il trasporto pubblico non di linea”.

Diversi radio taxi a metà aprile avevano presentato un ricorso cautelare e urgente per chiedere lo stop della app che consente agli autisti di Uber di prestare servizio di trasporto non di linea pur senza disporre di una licenza taxi.

Nel provvedimento di oggi, il giudice Claudio Marangoni ha chiarito che Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria, altrimenti scatteranno le sanzioni; l’azienda americana potrà ovviamente fare ricorso contro la sentenza.

No comment di Uber, mentre i tassisti accolgono con favore il blocco della app, per bocca di Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi e del 3570:

“Ben venga la sentenza contraria a Uber, ci sono anche altre denunce che devono essere ancora discusse e sulle quali ci saranno sicuramente ricorsi – dice Bittarelli a Key4biz Il problema però non è di carattere giuridico, ma di carattere politico.  Sono i nostri politici che ci governano che dovranno dirci se in Italia chiunque svolga un servizio pubblico debba rispettare i requisiti di professionalità’ previsti per legge, o se chiunque, magari col pretesto di un app, possa improvvisarsi abusivamente in qualunque attività e poi successivamente vedersi legittimato con una normativa cucita ad hoc. Queste sono le risposte che attendiamo dal ministro Del Rio e dal Governo”.

Si vedrà, c’è da dire che l’anno scorso anche il primo ministro Matteo Renzi si era pronunciato, gelando i tassisti e promuovendo la app.

Negli ultimi mesi, un analogo provvedimento è stato preso anche in Germania.

Un anno fa, le proteste dei tassisti avevano bloccato il traffico a Milano e l’allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi era stato costretto a intervenire bloccando UberPop e convocando i tassisti per riportare la calma.

L’anno scorso, proteste da parte dei tassisti contro Uber sono esplose in diverse capitali europee: da Bruxelles a Berlino passando per Barcellona per finire a Londra.  I tassisti con regolare licenza contestano il fatto che gli autisti di Uber si muovano liberamente senza i vincoli che a livello Ue regolano il trasporto pubblico non di linea nel settore taxi e Ncc (Noleggio con conducente). In particolare, gli Ncc che usano Uber dovrebbero fare rientro in rimessa a servizio concluso, un vincolo che secondo i tassisti milanesi ed europei non viene rispettato causando così gli estremi della protesta per concorrenza sleale.

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Ultima modifica: 26 Maggio 2015