Il prossimo venerdì 26, avrà luogo il primo incontro tra le rappresentanze del settore taxi e del noleggio con conducente, con l’attuale Governo. Scartando a priori una inaccettabile proroga del decreto Lanzillotta, alla luce delle stesse dichiarazioni sia del Vicepresidente del Consiglio Luigi di Maio, sia del Ministro Toninelli, rilasciate all’indomani dell’approvazione del decreto da parte della precedente maggioranza parlamentare, verosimilmente, le ipotesi che venerdì ci verranno messe sul tavolo dovrebbero essere due:

1) coerentemente con quanto dichiarato dal responsabile del dicastero delle infrastrutture lo scorso luglio, il Governo dovrebbe proporci di aprire un tavolo per un riordino dell’attuale normativa di settore. Chi ci segue sa quale sia la nostra posizione a questo riguardo: i protagonisti del settore, come già pubblicamente palesato nello stesso documento che presentammo al precedente Governo, devono restare due: gli operatori taxi e n.c.c., e le strutture economiche in cui essi si organizzano. Il servizio taxi deve restare un servizio pubblico locale di piazza; il noleggio resta invece un servizio da rimessa, con obbligo di stazionare in rimessa, anch’esso di natura locale.
Circa l’apertura alle multinazionali, il livello di valutazione del Governo deve essere duplice: 1) di carattere giuridico: soltanto il principio di parità di regole in uno stesso mercato può essere proprio di una civiltà giuridica moderna;

2) di carattere etico-politico: il Governo deve decidere se, come noi auspichiamo, alla luce del dettato costituzionale, favorire la piccola media impresa e il mondo cooperativistico, oppure, come da troppo tempo in atto, invero non solo in Italia, consentire che la forza finanziaria delle multinazionali faccia da padrona anche in un settore come questo, dove la cifra lavoristica è chiaramente preponderante su ogni altro aspetto imprenditoriale.
La seconda opzione che il Governo dovrebbe mettere sul tavolo, potrebbe essere quella di non intervenire sull’attuale assetto normativo. Questa ipotesi, se vuol essere posta seriamente, politica e istituzioni, nazionali o locali che siano, hanno una sola cosa da fare: applicare la legge. Purtroppo però, per quanto ciò possa apparire scontato, questo non è quello che è successo negli ultimi vent’anni. Tuttavia, laddove l’opzione preferita dal Governo fosse questa, sarà comunque necessario un intervento legislativo ad hoc sul fronte degli operatori non rientranti nell’art. 7 della legge 21/92, se non si vuole che il micidiale mix tra elusione delle regole e forza finanziaria delle multinazionali, faccia carne da macello di tassisti e noleggiatori e delle loro strutture.

P.s.: sappiamo che nelle ultime ore alcune sigle sindacali hanno richiesto uno slittamento dell’incontro, per la concomitanza in quel giorno dello sciopero dei treni. Pur rispettando le difficoltà di tutti, che potrebbero essere anche le nostre, riteniamo che la gravità della situazione sia tale da imporci di far di tutto affinché l’incontro col Governo possa avere luogo. D’altra parte, abbiamo un taxi, abbiamo le auto private, e fra l’altro le ore 15 a cui lo stesso è previsto, ci consentono di poter essere là presenti, anche se ciò comporta qualche piccolo sacrificio. Alla luce di ciò Uritaxi non invierà alcuna richiesta di slittamento della riunione del prossimo 26.

Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi


 

Ultima modifica: 21 Maggio 2021