«La sentenza è buona, questo è chiaro. Ma la finale di questo campionato si giocherà a livello europeo con ricorsi e controricorsi». Loreno Bittarelli, patron della cooperativa 3570 e vertice dell’Unione radiotaxi italiani, festeggia per la vittoria contro Uber. Ma l’esultanza è sobria, forzatamente composta: «Questa partita si gioca su un piano diverso. Sappiamo che gli sconfitti non si arrenderanno». Qualcosa non vi convince nella pronuncia del tribunale di Roma? «Siamo soddisfatti, per carità. Riconosce le battaglie che abbiamo sempre sostenuto.

Ma sulla stessa questione si erano già espressi i giudici di Milano: non si può gestire il servizio ncc con un’applicazione per smartphone.

La sentenza è chiara: la chiamata va inoltrata presso la rimessa del noleggiatore, che non può comportarsi come un taxi e stazionare dove non potrebbe. Uber, però, alla fine non è mai stato davvero inibito. Ben venga la nuova sentenza, ma ci vedremo a Bruxelles».

Cosa intende? Come vi muoverete? «Stiamo creando un’associazione di categoria europea. Presto firmeremo il manifesto e poi ci presenteremo davanti al Parlamento europeo. Uber forzerà la mano a livello politico, alla Camera e al Senato. Quindi la contesa andrà per forza di cose spostata a un livello superiore». Chi farà parte di questa nuova formazione? «Chiunque si aspetti che questa sentenza diventi effettiva, pur sapendo che comunque Uber non si fermerà. Anche in Danimarca di recente è arrivato lo stop per l’app, li

hanno bloccati ovunque. Abbiamo ragione da vendere, lo dicono i giudici e lo ribadiremo in Europa».

 

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Ultima modifica: 10 Aprile 2017