«Non c’è alcun cartello, non esistono accordi segreti tra i radiotaxi. Non abbiamo nulla da nascondere. Ma molto da capire».

Loreno Bittarelli, Presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 di Roma, dell’Unione Radiotaxi d’Italia e dell’Unione di Rappresentanza Italiana dei Tassisti, è sicuro. Le istruttorie aperte dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato su un possibile «cartello» dei radiotaxi, su segnalazione di MyTaxiItalia, l’Uber delle auto bianche, finiranno nel nulla, nonostante le ispezioni condotte dai funzionari nella sede di Uri. «Ai quali, spiega Bittarelli, abbiamo dato la massima disponibilità ».

Presidente, la categoria è finita nel mirino per via delle clausole che obbligano i soci della cooperativa radiotaxi a servirsi solo di questa.

«Molte cooperative, non solo di taxi, hanno nei loro statuti clausole apposite per evitare conflitti di  interessi. Sono molto comuni: è chiaro che se fai parte di una realtà non puoi, allo stesso tempo, appartenere al concorrente. Sarebbe illogico il contrario».

C’è chi sostiene che vogliate fermare l’innovazione.

«Ogni tanto ci accusano di essere contrari a cambiamenti e innovazioni. Non è così. Il nostro gruppo ha lanciato un’App nel2012, prima dell’arrivo di Uber in Italia. Soltanto che le eccellenze italiane non vengono sottolineate dai media ».

Quindi la segnalazione di MyTaxi all’Antitrust finirà nel nulla?

«Noi siamo tranquilli, perché non abbiamo mai fatto cartello. Vedremo comunque come si evolverà la situazione. Quello che è certo, comunque, è che abbiamo intenzione di difendere la nostra opinione e la nostra autonomiain tutte le sedi, sia in Italia che in Europa. Siamo convinti di essere nel giusto». Ma rimane l’amarezza. «Siamo stati chiamati in causa in modo violento. MyTaxi avrebbe potuto chiedere a noi chiarimenti, serenamente. Sembra un tentativo di occupazione ‘manu militari’ del mercato. Come ho già detto, è l’eliminazione dei radiotaxi e della possibile concorrenza delle Centrali radiotaxi che finirebbe davvero col creare monopolio e situazione dominante, ma a favore di Mytaxi, e non delle Cooperative dei tassisti. Per questo adesso vogliamo vederci chiaro».

Ovvero?

«Abbiamo intenzione in tutte le competenti Sedi, di verificare l’effettiva aderenza alla normativa di MyTaxi».

Quali sono i vostri dubbi?

«Sono molti, dal fisco alla stessa concorrenza. Lo sconto promozionale del 50% operato da MyTaxi per alcune corse non è forse concorrenza sleale nei nostri confronti? E non viola forse l’obbligo della tariffa amministrata? La tariffa è imposta dal comune, visto che stiamo parlando di un servizio pubblico, non di un mercato libero».

È una distinzione importante?

«Eccome. Il servizio pubblico porta degli obblighi: non solo la tariffa, anche i turni e l’obbligo di accettare qualsiasi corsa, perfino quelle antieconomiche, quelle peggiori. Abbiamo solide ragioni dalla nostra parte, come ne hanno avute i nostri colleghi di altri Paesi. In Germania, patria del gruppo automobilistico Daimler, che possiede MyTaxy, il servizio è stato interdetto».

 

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Ultima modifica: 26 Gennaio 2017