I tassisti si sono fermati ieri ancora una volta e la protesta è stata compatta, in tutta Italia, sfiorando adesioni superiori al 90 per cento. Questo ha causato inevitabili disagi per i cittadini e ne è consapevole Loreno Bittarelli, presidente Unione Radiotaxi Italiani, «ma le proteste creano sempre disagi, quello che va sottolineato è che si è trattato di una astensione dal lavoro pacifica».
Andiamo con ordine.

Bittarelli, perché questa protesta?

«Abbiamo interrotto il dialogo con il Governo perché ci vengono imposte dall’alto delle tecnologie che vengono fatte passare per avanguardia ma sono in realtà già in servizio sui nostri mezzi. Siamo sempre stati favorevoli a qualsiasi innovazione e nuova tecnologia; non possiamo pero accettare
che le tecnologie vengano usate come strumento per violare le leggi esistenti, o quantomeno per dilatarne i contenuti, favorendo la speculazione finanziaria e lo sfruttamento dei lavoratori».

Tecnologie sì, ma decise da voi?

«I tassisti possiedono già da tempo tecnologie all’avanguardia, app comprese, per facilitare la richiesta del servizio taxi da parte dei cittadini. Oggi pero , con l’avvento delle multinazionali gli operatori e gli utenti del servizio, ad esempio, non hanno piu certezze sul rispetto sulle turnazioni, e qui si parla quindi del tema sicurezza dei lavoratori e dei trasportati e sulle tariffe, le quali vengono in alcuni casi lievitate anche del 400-500 per cento nei momenti di maggiore richiesta e in altri casi diminuite attraverso anomale scontistiche che raggiungono anche il 50 per cento. Se questo e cio che vuole il Governo allora dica subito apertamente che non vuole piu che il servizio taxi rimanga pubblico, perdendo alcuni dei requisiti essenziali della sua stessa natura, come sicurezza e certezza del prezzo».

Niente eccessi questa volta durante la protesta, come siete riusciti ad evitarli?

«Le anime diciamo calde sono state isolate come è giusto che sia perché la nostra protesta doveva dare un segnale e per farlo non poteva che essere pacifica come è stata. Ci auguriamo ora che non sarà necessario astenerci un’altra volta dal lavoro perché è chiaro che ci dispiace procurare disagi ai cittadini che ieri hanno avuto grosse difficoltà a trovare un auto disponibile vista l’elevata percentuale di adesione».

 

Leggi l’articolo completo su

 

Ultima modifica: 22 Novembre 2017