In queste ore e negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare dei prevedibili e previsti scandali che riguardano la multinazionale americana Uber. Bene che emerga la verità su di essa, ma la nostra preoccupazione riguarda tutte le multinazionali, ed in particolare, oggi, quella tedesca, Mytaxi.
Non esistono infatti multinazionali buone e multinazionali cattive, esistono multinazionali più spregiudicate e meno spregiudicate, ma tutte tendenti al monopolio. Esse, al di là della propaganda, non creano valore ma lo distruggono, non creano posti di lavoro ma li distruggono.

Il settore taxi italiano è oggi caratterizzato dalla presenza in tutte le città, di una sorta di azionariato diffuso dei lavoratori tramite le cooperative taxi, che sono espressione magistrale di democraticità, non a caso auspicate dal nostro sistema costituzionale. Si tratta di un patrimonio che il Governo dovrebbe tutelare. Diversamente, proposte come quella di un mostro giuridico che si pone fuori da tutto il diritto moderno, di introdurre un divieto a clausole sociali di non concorrenza – cosa che sarebbe un unicum in tutta l’economia italiana -, mira esclusivamente a consegnare manu militari anche questo settore alla finanza americana e a quella tedesca.

Il Governo, fra l’altro, si sta facendo incantare da business fondati su infantili application e marketing patinato, mettendo a rischio le centrali radio che assicurano servizi di chiamata anche alle categorie deboli come gli anziani.
A quei tassisti che si lamentano perché il proprio servizio radiotaxi non è espressione di questa sorta di azionariato diffuso, dico solo che invece che comportarsi come degli utili idioti funzionali alla consegna del settore alle multinazionali, potete creare, come fatto da molti vostri colleghi, grazie alle facili tecnologie oggi presenti sul mercato, la vostra compagnia taxi, ma non consegnate il settore alle multinazionali!

Il Governo tuteli la piccola imprenditoria, la proprietà diffusa, il cooperativismo, tutta l’utenza, piuttosto che avvantaggiare con strane riforme i mega concentramenti finanziari.

 

Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi

 

Ultima modifica: 22 Novembre 2017