344-smTassisti, aggressioni a Bologna. Cotabo: “Urgono misure pro sicurezza per i taxi”

Un nuovo episodio di violenza – il terzo nelle ultime due settimane – è avvenuto nella notte ai danni di un tassista. E’ successo in zona Barca, dove un socio Cotabo, S.M.,bolognese di 48 anni, è stato ferito con un coltello da un soggetto caricato a bordo del suo taxi.

E’ il presidente Cotabo Riccardo Carboni, a commentare l’ennesima aggressione mentre le vittima si trova ancora all’ospedale Maggiore: “Questi episodi stanno diventando preoccupanti e particolarmente pericolosi per le modalità e la violenza con cui vengono messi a segno: gli interventi a questo punto diventano necessari e urgenti. Abbiamo dei sistemi di sicurezza, ma non sono sufficienti. E’ già stata formalizzata qualche giorno fa una richiesta di incontro con il Comune di Bologna e con la Prefettura e attendiamo che venga fissata una data per chiedere un aiuto alle istituzioni”.

Quali misure di sicurezza si potrebbero adottare per garantire maggiore tutela ai taxi? “Intanto sarebbe utile ripristinare l’esenzione sulle cinture di sicurezza, visto che come abbiamo avuto modo di appurare anche in questi ultimi casi, spesso sono un impedimento che non permettono nè la difesa, nè la fuga. Bisognerebbe modificare questa norma. Un’altra cosa utile (e qui fa scuola il comune di Milano che ha sostenuto le spese) sarebbero le videocamere montate nell’abitacolo. In ultimo, come si usa negli Stati Uniti, ci sarebbe la possibilità di montare un divisorio che separa la cabina dell’autista dai sedili posteriori su cui siedono i passeggeri”.

“A queste condizioni è sempre più difficile organizzare il lavoro notturno – spiega Ermanno Simiani, Uritaxi (Unione di rappresentanza dei Tassisti Italiani) – perchè gli operatori della notte sono scoraggiati visto questo terribile trend che speriamo si plachi in fretta. Bisogna fare qualcosa per limitare i danni”.

Anche secondo Simiani una buona soluzione è rappresentata dalla possibilità di far installare delle telecamere sulle vetture, come è già stato fatto a Milano, Verona e Firenze: “Un buon deterrente sarebbe anche il divisorio. Il nostro lavoro è diventato sempre più un occhio sulla città e per questo andremmo tutelati, protetti. Come Uritaxi chiederemo un incontro con le istituzioni per rivedere insieme gli obiettivi sulla sicurezza da condividere”.

 

 
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Ultima modifica: 6 Aprile 2016