www.uritaxiLa centrale radio è il «3570», la vettura la «Monza 13», il conducente Emanuele Della Seta, 49anni, romano,tassista con la passione per il canto e il karaoke.

«Taxinatra» per i colleghi di lavoro e le centinaia di clientiche è riuscito a far cantare da solisti o a duettare con lui a bordo del taxi tra un semaforo rosso, unadeviazione causa cantiere, un rallentamento per corteo, sciopero, maltempo. A scovarlo l’Agenzia Adnkronosche ha raccontato come una «corsa» può trasformarsi in un siparietto tra parole e musica in una spiritosaesibizione canora.

A bordo dell’auto «Monza 13» Emanuele Della Seta, soprannome “ilduca40” (ispirato alfilm Dune e a Bowie), sposato con due figli, un ragazzo di 19 e una bimba di 7, sfoga la sua passione per ilcanto e contagia i clienti. «Ottimizzo il tempo della corsa – spiega – l’atmosfera si distende e il tragitto lungo obreve che sia diventa più gradevole». «E poi – confessa scherzando – in casa non mi vogliono sentirecanticchiare».

Munito di un corposo archivio di basi musicali con il meglio della canzone italiana einternazionale «taxinatra» propone ai clienti, un po’ per gioco un po’ per rompere il ghiaccio, di cantare unbrano a piacere. Qualcuno si vergogna, pochi rispondono infastiditi, molti si lasciano andare in divertentiperformance che, col permesso dei clienti, “ilduca40” riprende con il telefonino e carica su youtube. Ed eccodecine show metropolitani visibili on line: dalla cliente spagnola che intona «Figlio della luna», a chi si lasciaandare a «Strangers in the Night». «Quando a bordo sono due o più clienti lo show diventa un concerto live -racconta, come gli amici che cantano i Blues Brothers o il gruppetto di turisti che improvvisa Happy con tantodi stacchetto adattato all’abitacolo della vettura». «Lo faccio per tranquillizzare il cliente, farlo sentire a proprioagio – dice – e siccome in ognuno di noi c’è un artista che vuole uscire fuori, sul taxi ci si lascia andare,parecchia gente alla fine canta, balla, qualcuno recita una poesia».

Certo, c’è chi resta sulle sue per carattereoppure perché ha in testa altri pensieri e non ha voglia di cantare: «Gli stranieri sono i più disponibili. Isudamericani e gli americani in particolare». Una terapia che pare funzioni. «Una volta ho preso a bordo deltaxi una ragazza molto arrabbiata, quando è scesa era rilassata, rideva», ricorda. «Un’altra volta – prosegue -c’era un gruppo di brasiliane: all’inizio mi prendevano in giro, poi ho iniziato a fischiettare un brano di RobertoCarlos e allora hanno iniziato a cantare.

Alla fine mi hanno detto: “La vita è fatta di momenti indimenticabili elei stasera ce ne ha regalato uno”». Un taxi è come “un porto di mare”, può salire chiunque. Gente comune evolti note. Ruggeri, Baudo, Benigni, Mariotto, ai quali il tassista fa ascoltare il cd che ha registrato con le suecover. Ogni giornata inizia con una colonna sonora ispirata dal tempo, dall’umore e dal traffico. Preferenze?«La musica è vita – commenta il tassista canterino –

E in una giornata come quella odierna con un cieloplumbeo sopra Roma e acqua a catinelle non c’è di meglio che un pezzo di Sinatra “J’ve got you under myskin”». Pare di sentirlo Emanuele Della Seta, alla guida del suo taxi bianco, duettare col cliente al ritmo dellamusica mentre fuori, a stonare sono i clacson e il rumore assordante del traffico.

Fonte: il Tempo

Ultima modifica: 8 Maggio 2014