Nelle ultime settimane molte ragazze sono state vittime di casi di violenza sessuale, come d’altra parte già registratisi in altri Paesi dove si è consentito, in ossequio all’ideologia liberista, la confusione tra comparti.
La ratio che ispira il legislatore nel prevedere che soltanto specifici mezzi autorizzati possano svolgere funzioni di trasporto persone, risiede proprio nell’esigenza di tutelare l’incolumità del trasportato. Infatti, come avevamo anche stigmatizzato durante le nostre audizioni in sede parlamentare, entrare in un’auto non è come entrare in un negozio. Da essa, non se ne esce, finché a deciderlo non è il conducente.
L’Antitrust, alla luce di questi fatti criminosi, dovrebbe rivedere il merito di quanto da essa sostenuto negli ultimi mesi, arrivando finanche a sollecitare la disapplicazione di norme dello Stato – cosa purtroppo, da troppi anni, effettivamente in vigore – al fine di avere sostituibilità tra i ben identificabili taxi e i difficilmente identificabili noleggi con conducente.
Infatti, non riusciamo noi professionisti del settore a capire quando abbiamo di fronte un noleggio con conducente, un noleggio senza conducente, un’auto privata, come possono capirlo giovani ragazzi magari alticci o comunque stanchi, all’uscita da un locale notturno?
I pronunciamenti dell’Antitrust, come da noi più volte rilevato, sono stati in questi mesi privi di idonei e specifici studi di impatto sia giuridico che economico, clamorosamente funzionali alle ambizioni di business di multinazionali come Uber, oggi messe al bando anche nella patria del liberismo, ma anche evidentemente privi di quella normale diligenza richiesta al semplice buon padre di famiglia.
Oggi, la sua presidenza dovrebbe porsi molti interrogativi in merito a questi fatti cruenti che hanno alla loro base l’adozione di precise politiche che per fortuna ancora il nostro Parlamento non ha inteso recepire nel nostro ordinamento.
Claudio Giudici
Presidente Nazionale Uritaxi
Ultima modifica: 2 Ottobre 2017