Cari colleghi, a breve il Ministro dei Trasporti Lupi incontrerà i Presidenti delle Regioni Lombardia e Lazio, i Sindaci e i Prefetti di Milano e Roma con lo scopo di rivedere l’articolo 29 comma 1 quater della Legge 21/92. Questo avverrà in assenza delle categorie interessate da detta normativa (taxi e ncc). Si sta quindi decidendo il nostro futuro, almeno in questa fase, senza di noi e senza poter avere una minima voce in capitolo.
Ciò che sta avvenendo è molto grave, perché potrebbe mettere a repentaglio il nostro futuro e quello di migliaia di operatori del settore. Cerchiamo allora di capire intanto come siamo arrivati fino a qui. Tutto è iniziato da quando dei perfetti sconosciuti d’oltreoceano hanno realizzato un’applicazione -‐ banalissima dal punto di vista tecnologico -‐ ma che hanno puntato sul fatto che sicuramente avrebbe fatto tanto arrabbiare i tassisti. Così, da app sconosciuta, sarebbe diventata una delle app più famose al mondo. I tassisti di tutto il mondo hanno puntualmente “abboccato”.
Noi abbiamo in più occasioni cercato di far capire il trabocchetto, ma puntualmente, ogni qual volta che diciamo una cosa noi, molti gli altri sostengono l’esatto contrario (e già questo dovrebbe far riflettere…). Quando sostenevamo che sarebbe stato inutile e controproducente protestare contro il nome di una app, perché avremmo fatto loro solo pubblicità gratuita, altri ci accusavano di essere d’accordo col nemico, ma guarda caso, a sostenerlo erano le stesse sigle sindacali che hanno poi chiesto -‐ dicono provocatoriamente -‐ ma intanto l’hanno chiesto – di estendere la stessa app anche ai taxi.
E presto arriverà anche quella. In conclusione, sit-‐in, scioperi, fermi del servizio, volantinaggi e manifestazioni di varia natura, hanno ottenuto gli effetti da loro desiderati: oggi questa app, nel bene o nel male, è diventata la app più “chiacchierata” al mondo. Per evitare che ciò avvenisse, noi avevamo proposto una strategia diversa, che era quella fare meno baccano possibile, proprio per i motivi sopra esposti e di blindare tutte le forze sane delle categorie interessate dalla Legge 21/92, che regolamenta il nostro settore (taxi e ncc), per costruire un fronte comune e quindi più ampio contro i liberisti e i fortissimi poteri economici e mediatici delle multinazionali, consci del fatto che sarebbe stato pressoché impossibile ostacolare tali poteri se le due categorie regolamentate dalla stessa Legge si trovavano l’una contro l’altra a discutere su cose dove invece, con un po’ di buona volontà, non era impossibile trovare un accordo.
Con questa convinzione, sin dallo scorso 7 marzo ci siamo fatti promotori di una convocazione del Parlamentino taxi finalizzato a richiedere un incontro al Ministro dei Trasporti per proporre, congiuntamente alle rappresentanze del noleggio con conducente, normative più chiare e precise per meglio contrastare l’abusivismo e l’utilizzo improprio delle nuove tecnologie. Alcune sigle hanno disertato la riunione, che è terminata con l’impegno dei presenti di riaggiornarla riconvocando tutte le sigle affinchè potesse uscirne una posizione unitaria della categoria. Abbiamo quindi di nuovo convocato il Parlamentino per il successivo 25 marzo, ma sempre le stesse sigle non si sono presentati alla riunione, alcune con la giustificazione che la convocazione era stata fatta nella sede di Uritaxi…
Senza perderci di coraggio, siamo andati avanti e grazie alla disponibilità data dalla Cisl abbiamo riconvocato la riunione nella loro sede. Anche in quella riunione Uritaxi ha proposto di “chiedere un incontro al Ministro dei trasporti per proporre, congiuntamente alle rappresentanze del noleggio con conducente, normative più chiare e precise per meglio contrastare l’abusivismo e l’utilizzo improprio delle nuove tecnologie”, ma puntualmente le solite sigle hanno ostacolato tale percorso… Non essendo riusciti a trovare una completa unità d’intenti all’interno del Parlamentino, il 3 giugno abbiamo convocato -‐ come abbiamo sempre fatto in tutti i difficili trascorsi degli ultimi anni -‐ un’assemblea congiunta di Uri e Uritaxi al fine di condividere la nostra linea, almeno al nostro interno, con tutti i Presidenti Regionali, Provinciali e Comunali.
L’assemblea ha deliberato all’unanimità di approvare tale linea e “richiedere urgentemente la convocazione del Parlamentino taxi, con lo scopo di ottenere al più presto un incontro col Ministero dei Trasporti per proporre, unitamente alle rappresentanze del noleggio con conducente, regole più restrittive ed efficaci per contrastare il fenomeno dell’abusivismo e l’utilizzo improprio delle nuove tecnologie nel settore del trasporto pubblico non di linea”. Facendoci interpreti di quanto deliberato dall’assemblea, abbiamo subito inviato, nello stesso giorno, a tutte le sigle dei taxi la proposta di riunire il Parlamentino “nella sede e nell’orario a voi più congeniale per il giorno lunedì 9 p.v”, ma alcune sigle hanno chiesto di posticipare l’incontro per il 13 giugno perché impegnate nella manifestazione di Milano. Abbiamo quindi accolto la richiesta di posticipare l’incontro, che si è finalmente svolto il 13 giugno a Roma.
La nostra proposta è stata sempre la stessa: “richiedere al più presto un incontro col Ministero dei Trasporti per proporre, unitamente alle rappresentanze del noleggio con conducente, regole più restrittive ed efficaci per contrastare il fenomeno dell’abusivismo e l’utilizzo improprio delle nuove tecnologie nel settore del trasporto pubblico non di linea”. Dopo oltre 4 ore di dibattito, anche il risultato è stato sempre lo stesso. Con un pretesto o l’altro, non siamo riusciti a trovare una condivisione, se non quella di riconvocarci di nuovo, questa volta a Firenze, entro la fine del mese di giugno.
Allora, oggi ci chiediamo: Se il Ministro o il Governo dovessero cambiare la nostra Legge, quella che regolamenta il nostro settore, senza interpellarci, è per colpa loro o per mancanza di buon senso da parte nostra? Secondo quesito: Tutto questo spirito di antipolitica e di antisindacato animato dai soliti inconcludenti populisti di turno attraverso il chiacchiericcio da strada o i social network, fanno bene o fanno male alla nostra categoria? Noi ci limitiamo a dire che, purtroppo o per fortuna, per quanto possano essere odiati, tutti sanno che la politica e il sindacato sono gli unici strumenti di rappresentanza offerti dalle democrazie e dalla nostra Costituzione.
Pertanto, delegittimare la politica e il sindacato vuol dire anche sminuire le nostre uniche stesse forze di rappresentanza che abbiamo. Non potremmo poi lamentarci se il Premier o lo stesso Ministro, dovessero decidere unilateralmente il nostro destino senza ascoltarci, perché siamo stati noi i primi a non ricercare un accordo finalizzato a creare le condizioni per sedersi autorevolmente al tavolo e ad auto-‐delegittimarci nel tentativo di disconoscere i nostri stessi Organismi di Rappresentanza. Il risultato è che adesso, se le decisioni prese dovessero essere per noi sbagliate e fossimo costretti a protestare, non faremmo altro che avvalorare le tesi di chi da tempo vuole distruggerci: i tassisti sono una lobby, una corporazione, contrari alle innovazioni e a qualsiasi forma di cambiamento, prepotenti perché bloccano le strade e le piazze, evasori fiscali perché non rilasciano lo scontrino, ecc., ecc., e sicuramente la stampa avrà anche altro da aggiungere.
Non comprendere questo vorrebbe dire non aver imparato nulla, neanche dalle vicissitudini e dalle insidie recentemente vissute. Noi invece la pensiamo diversamente, perché vogliamo ancora illuderci di poter credere, insieme a chi vorrà condividerlo con noi (ammesso che ancora ci sia), in un futuro migliore, partendo però dal presupposto che la maggior parte di questo dipende soltanto da noi.
Buona fortuna!
Loreno Bittarelli
Ultima modifica: 20 Giugno 2014