852-itIl Presidente Loreno Bittarelli scrive questa lettera aperta al giornalista Pierluigi Battista in seguito al suo articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera dal titolo “La sfida perdente di chi teme le app” (che potete leggere a questo indirizzo)

 

 

 

Roma, 1 Luglio 2015

Caro Pierluigi Battista,

noi tassisti non abbiamo paura delle App: anzi, al contrario di ciò che si dice – o forse che non si dice – le usiamo già da tempo. Infatti, siamo stati proprio noi ad ideare ed attivare, sin dal Maggio 2012, “IT-Taxi” che è un App tutta italiana, più funzionale, strutturata ed avanzata rispetto altre molto più decantate da tutta la stampa!

La differenza sta solo nel fatto che noi la usiamo nel rispetto delle regole, mentre altri, usano le App al di fuori delle regole.

E come tu ben sai, ogni democrazia ed anche ogni libero mercato ha bisogno di donne e uomini liberi che si confrontino sul piano politico ed economico sulla base di regole predeterminate, certe ed uguali per tutti. Il problema però nasce quando esiste una categoria di persone che lavorano nel rispetto delle regole – e che vanno rispettate nella loro dignità di lavoratori – e non di “dinosauri” come tu li hai definiti, che perdono il loro lavoro o parte di esso, a causa dell’iniziativa imposta, di fatto, da chi utilizza il capitale per guadagnare illegalmente, mediante una banalissima App, che diventa un mero e negativo strumento di rendita parassitaria, oltretutto su mercati fiscali esteri.

Ma giustamente di questo tu non ne parli…

Il problema diventa poi di “ordine giudiziario” quando – come sta accadendo in Italia – Governo e Parlamento restano inerti e non intervengono in modo adeguato – come noi chiediamo invano da tempo – a rafforzare regole che già esistono, di fronte ai tentativi di violarle od eluderle, prendendo a pretesto le istanze di cambiamento e di innovazione in atto nel nostro settore.

Caro Pierluigi Battista, il problema si aggrava ancora di più e diventa patologico, quando, anziché il Parlamento, che è fatto di persone elette dal popolo, ad assumere l’iniziativa della stesura e proposta dell’articolato normativo è l’Autorità di Regolazione dei Trasporti che, notoriamente, tutto è meno che espressione della volontà del popolo sovrano.

E così è facile che il problema da giudiziario finisca per diventare poi di “ordine pubblico” come è accaduto in Francia e come con molta probabilità non troppo tardi accadrà anche in Italia.

Questo perché, quando si ritiene di poter violare le leggi prima e le Sentenze dopo, soltanto perché si ha alle spalle la forza del capitale e la si vuole contrapporre all’umiltà del lavoro, deve prima o poi aspettarsi che, in assenza di giustizia, il popolo sia indotto a cercarsela da solo.

Caro Pierluigi Battista, da tassista e da persona che lavora semplicemente per mandare avanti una famiglia, ma conservando tutta la dignità e l’orgoglio della propria libertà, e con tutta la stima e l’ammirazione che personalmente ho sempre nutrito per la tua enorme professionalità, consentimi di dire che stavolta hai sbagliato. Perché non te la dovevi prendere con i lavoratori chiamandoli “dinosauri” ma con Governo e Parlamento che sono immobili di fronte a chi viola la legge e le Sentenze e la libertà degli altri basandosi soltanto sulla forza del capitale contro il lavoro e sulla prepotenza, contro il rispetto delle regole, spacciandosi per finti innovatori di un qualcosa che non è affatto nuovo, perché noi lo abbiamo già realizzato da tempo, ed è molto meglio di ciò che altri propongono. Con l’’unica differenza, che la nostra App It taxi opera nel totale rispetto delle leggi, come è giusto che avvenga in uno Stato civile e come noi tutti ci auguriamo che anche l’Italia possa continuare ad esserlo.

Un caro saluto

Loreno Bittarelli

Presidente Unione Radiotaxi Italiani

 

Ultima modifica: 1 Luglio 2015