Doveva essere un servizio di chiamata «smart». Il numero unico dei taxi – 02.7777 – lanciato dall’ex giunta Pisapia per rimpiazzare le vecchie colonnine gialle sempre guaste doveva partire con l’inizio di Expo ma già la sperimentazione slittò già a settembre 2015, per la battaglia legale contro i Radiotaxi milanesi esclusi dalla gara. Il sistema è nato per raggiungere i posteggi di prossimità, inoltrando in automatico le richieste sul cellulare ai tassisti iscritti (gratuitamente) al servizio del Comune invece di mantenere le colonnine.

Il servizio è gestito da Fastweb e Interactive che si sono aggiudicate il bando da 848.340 euro per sei anni, l’appalto scadrà nel 2019. Tolto all’importo il costo della piattaforma, che rimarrà in dotazione anche in caso di turn over, l’assessore alla Mobilitò Marco Granelli fa sapere che il costo annuo di gestione a carico del Comune è di 76.189 euro. Comunque troppi secondo l’opposizione, visti i risultati e sentiti i tassisti. Anche se l’adesione è gratuita solo 1.953 sui 4.855 titolari d licenza taxi hanno richiesto il Pin per attivare il servizio. Molti meno sarebbero quelli che lo usano veramente.

«É un flop annunciato – sottolinea il presidente del Radiotaxi 02.6969, Vito Inserrato -. Avevamo avvisato l’amministrazione che avrebbe buttato via i soldi, il servizio è già fornito bene dalle cooperative che esistono da anni in città».

Il servizio è completamente automatizzato, «basta che un cliente pronunci male la via e prenotare diventa lentissimo. E siccome pochi conoscono il numero unico, molti tassisti si lamentano perchè consumano la batteria del telefono solo per tenere accesa la app, alla fine preferiscono disattivarla». In più, esiste una sede fissa del centralino, in viale Fulvio Testi 280, ma «siccome non c’è un sistema di back office, se il tassista arriva sul posto e non trova il cliente non riesce a recuperare la corsa». Un rapido test: provando a prenotare a mezzogiorno un taxi in centro allo 02.7777 dopo qualche minuto d’attesa la voce elettronica invita l’utente a «rivolgersi all’8585» perchè «non ci sono taxi disponibili». «Senza avere alle spalle una centrale operativa, con personale fisico che risponde alle chiamate, difficilmente potrà decollare» considera il presidente del 69.69. Che ne approfitta per sollecitare una modifica al regolamento regionale: «Chi arriva a Malpensa – fa presente – è obbligato a prendere la prima auto bianca disponibile, anche se per qualche ragione non la gradisce o se è già convenzionato con uno servizio Radiotaxi. Se vuole un’auto dell’85.85 o del 69.69, per dire, deve attendere che il taxi proceda nella fila, se l’autista procede rischia la mulra. E spesso di tratta di code di una o due ore. É un’assurdità, non succede così a Londra o Parigi e neanche in altre città italiane, chi atterra ha già l’auto prenotata».

Tornando al numero unico, il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi contesta «la mania della sinistra di accentrare e controllare tutto. Ha creato un servizio che si è rivelato un flop, sprecando soldi pubblici quando poteva lasciarlo gestire gratuitamente ai tassisti. Ora va chiuso, e i soldi risparmiati vanno investiti direttamente per la sicurezza dei taxi, per ammodernare la tecnologia, per l’accesso ai disabili e per la lotta agli abusivi».

 

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Ultima modifica: 18 Luglio 2017