gdfLotta all’abusivismo, sequestrati due taxi che, privi di licenza comunale, facevano servizio in acque interne al centro storico. Inoltre denunciati cinque bengalesi che vendevano senza licenza prodotti vari. I controlli sono stati eseguiti dagli uomini della Stazione navale della Guardia di Finanza di Venezia.

I finanzieri di stanza alla Giudecca hanno svolto nel fine settimana una serie di controlli anti abusivismo, a tutela della libera concorrenza e del mercato. Controlli che non riguardavano solo i venditori ambulanti ma pure il trasporto acqueo privato. Un settore regolamentato da parecchi enti e dove spesso la confusione regna sovrana e di conseguenza molti operano sul filo della legalità.

Nel corso degli interventi sono stati sequestrati due motoscafi tipo “taxi” sorpresi ad esercitare il servizio di trasporto pubblico non di linea nelle acque del comune di Venezia, senza la prescritta autorizzazione rilasciata dalla stessa amministrazione con sede a Ca’ Farsetti. Operavano con licenza rilasciata da un altro Comune, quello di Mira. Autorizzazione che consente di operar in laguna, ma non in acque di competenza di Venezia. Oltre a Mira a rilasciare questo genere di licenza sono i Comuni di Jesolo, San Stino e Portoviro.

Le circostanze circa l’effettivo inizio e termine del trasporto sono state confermate dalle dichiarazioni rilasciate dagli stessi passeggeri imbarcati. I due taxi sono stati fermati in Canal Grande. I due taxi lavoravano in accordo con alcuni albergatori veneziani.

Sono stati inoltre sorpresi alcuni venditori abusivi che, alla vista dei motoscafi della Guardia di Finanza, si sono dati alla fuga abbandonando la merce in vendita, circa 180 pezzi tra borse con marchi palesemente contraffatti, giocattoli pericolosi per i bambini, aste per selfie e due laser, la cui vendita è vietata dal Ministero della Salute a causa dei danni che possono provocare agli occhi.

Sono state segnalate al comune di Venezia 4 persone di nazionalità bengalese per esercizio abusivo di vendita ambulante, multate complessivamente per oltre 15.000 euro. Un altro bengalese è stato denunciato all’autorità giudiziaria per la vendita dei laser.

 

Fonte: Nuova Venezia

Ultima modifica: 13 Novembre 2014