Il Garante degli scioperi riaccende i motori dei taxi. Almeno per ora. La Commissione
guidata da Roberto Alesse ha bocciato il 16 marzo come data per la protesta dei padroncini. La
motivazione? La data non rispetta la regola della «rarefazione oggettiva». Tradotto dal burocratese: è
troppo vicina al 18 marzo, quando andrà in scena lo sciopero generale di 24 ore – che coinvolgerà tutte le
categorie pubbliche e private – proclamato il 4 febbraio (dodici giorni prima rispetto ai rappresentanti dei
conducenti). E allora? Pare che i tassisti non abbiano alcuna intenzione di rinunciare all’agitazione: l’idea è
quella di anticiparla, magari all’11 marzo. Solo un’ipotesi, la decisione verrà presa al parlamentino
nazionale della categoria convocato per lunedì. Del resto, i motivi dello sciopero non sono affatto
tramontati. NEL MIRINO restano alcuni emendamenti al Ddl Concorrenza, in particolare quelli firmati dalla
vicepresidente del Senato in quota Pd Linda Lanzillotta. L’ex ministro chiede l’abrogazione degli obblighi
per gli Ncc di rientrare in autorimessa dopo una corsa e di disporre di una sede nel Comune che ha
rilasciato l’autorizzazione. Non solo. Sul fronte degli autisti non professionisti – vedi la versione UberPop
messa al bando dal Tribunale di Milano – Lanzilotta propone l’adozione di un decreto che definisca una
regolamentazione minima delle tipologie di servizi che mettono in connessione domanda e offerta, sulla
falsariga del parere già espresso dall’Authority dei Trasporti. Intanto, ieri è arrivato il via libera al
Milleproroghe: posticipato al 31 dicembre 2016 il termine per l’emanazione del decreto ministeriale
«finalizzato a impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con
conducente».
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Ultima modifica: 25 Febbraio 2016