Rapinatori di tassisti. In due hanno commesso tre ‘colpi’ in appena otto giorni. Dal 5 al 13 gennaio. In un caso si sono fatti consegnare anche la fede nuziale dell’autista e la collanina con l’immagine del genitore scomparso. Daniele Fioravante, 37 anni; e Massimiliano Di Silvio, 29, telefonavano al centralino del 3570 chiedendo una vettura davanti ad un locale in zona Prenestina. Poi scattava la trappola. Salivano (spesso in due) e durante il tragitto la razzia. A volte minacciando a parole, altre mostrando un’arma, pistola o coltello, oppure prendendo per il collo la vittima.
Identificati grazie alle telecamere
Hanno portato via l’incasso oppure telefonini e computer portatili. Quello che capitava. La prima contestazione del pm Tiziana Cugini è la notte tra il 5 ed il 6 gennaio, quella della Befana. I due accusati sono stati incastrati dalle telecamere a bordo delle macchine e da una telefonata. Quasi subito sono stati identificati e in pochi giorni sono stati scovati dagli agenti della polizia. Le immagini delle telecamere sono stati utili. Hanno consentito di avere i loro identikit.
Le chiamate partivano sempre dalla stessa zona
Quando gli investigatori si sono messi al lavoro hanno subito notato una stranezza. La telefonata di richiesta di taxi partiva dalla stessa zona. Un indizio. Pensavano che il possessore del cellulare potesse avere a che fare con i rapinatori o fosse uno di loro. Interrogando la persona intestataria dell’utenza hanno scoperto il secondo indizio: i malviventi non usavano cellulari loro. Fermavano un passante e gli chiedevano se potevano chiamare un taxi.
Un errore che vale un arresto
Ed era vero, alla fine l’auto bianca arrivava davvero. Gli investigatori, però, si sono accorti che i due hanno usato il telefono fisso all’interno di un locale. Una volta soltanto. Un errore. Ora gli agenti avevano un punto dal quale cominciare a fare ricerche. E l’intuito alla fine è stato premiato. Il pm Cugini ha chiesto il giudizio immediato. L’avvocato Cristiano Brunelli, difensore di Fioravante, ha spiegato: «Il mio assistito ha ammesso gli addebiti esclusivamente con riferimento a due episodi in contestazione, su tutto il resto il dibattimento ne accerterà l’estraneità». Secondo i responsabili dei servizi di taxi su 2-3 rapine al mese (denunciate) almeno dieci non vengono denunciate. «I sistemi di videosorveglianza sono volontari. Chi vuole deve pagarselo di tasca sua, 500 euro».
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Ultima modifica: 24 Febbraio 2016