921-tx” Mi stupisce sempre che troviamo caro un Taxi a cinque Euro, ma non noto la coda dietro al gabbiotto del direttore di un supermercato, per quattro pomodori, che sanno di poco, venduti alla stessa cifra, o un pacchetto di caramelle a due euro.
I motivi di tanto accanimento risiedono altrove. ( anonimo )
Ho passato da tempo il mezzo secolo, ma, credetemi, non ricordo un’altra categoria di lavoratori che abbia mai subito attacchi del tutto immotivati, strumentali e feroci come quella dei Taxisti. Questi vivono da una dozzina d’anni un vero e propio assedio quotidiano, iniziato mediaticamente e, gioco forza, ritradottosi sull’opinione pubblica, tanto da venir utilizzzati, in alcune occasioni, per distrarre la nostra attenzione,  da problemi ben più gravi che occorrevano al nostro bel paese.
Occupandomi di comunicazione, non ho potuto fare a meno di notare l’insistenza con cui venivano tirati in ballo ogni tre per due, (sempre e rigorosamente portandoli come modello negativo, chissà poi perché ), nel periodo a cavallo tra il 2011 e 2012, apice delle tristissima reggenza Montiana.
sembrava che tutto, dalla crisi, alla politica del rigore, si sarebbe risolto con la liberalizzazione delle loro licenze. Un’abile regia che nulla aveva da invidiare alla ben più nota Hollywoodiana, ordiva costantemente ipotesi alternative, li descriveva come il passato, dipingendoli come cavernicoli che si vestivano di pelle d’orso, che accendevano il fuoco con la pietra focaia. Ovviamente nulla di tutto ciò corrispondeva al vero, ma facendo il parallelo con quello che era successo ai lavoratori dipendenti e ai loro diritti, intuivo che qualche abile manina, fosse pronta a rompere gli indugi.

Nulla accade per caso ed infatti, tutto ciò che ad occhi attenti e menti ancora non residenti a “possibilandia” o che fanno seguire gli m&m’s alla carbonara perche’ la tele gli dice che sono nel “menu”, si è puntualmente verificato. La guerra d’invasione del capitale, attraverso gli esecutori multinazionali, complici i soliti basisti autoctoni, fatta di affabulazioni, seduzioni modaiole, ha, ad oggi, maldestramente tentato di mascherare, una pericolosa deriva oligopolistica, che ormai è sotto gli occhi di tutti.

Vado come sempre contro corrente non accodandomi alle greggi dei buon pastori e trovo, riferito ai tempi in cui viviamo, il Taxista, sia come singola impresa, che come categoria, l’ultimo dei baluardi resistenti ad un turbo liberismo voluto da pochi a detrimento di molti. Un paragone azzardato? Nemmeno per sogno! Gli ambulanti ad es. Iniziano anch’essi a venir sottoposti alla stessa cura, con medicine diverse, ma aventi lo stesso fine: precarizzare tutto e tutti per poter “rastrellare” i settori a costo zero, nell’ottica di azzeramento delle tutele, consegnandoli in poche mani che hanno dato vita ad un caporalato equiparabile a quello codificato, che stanno riuscendo, attraverso costanti opere di lobbying; che Italiano vorrebbe venisse chiamata con il suo vero nome; ad impossessarsi scientificamente di tutto ciò che può produrgli profitti, evitandogli spese.

Gli ” altri “, quelli che il taxista non lo fanno, al posto di farsi strumentalizzare da facili luoghi comuni indotti, dovrebbero sentirsi in dovere di solidarizzare con essi, non fosse altro per il semplice fatto che in Italia qualcuno continua a resitere allo strapotere multinazionale che ci vorrebbe tutti suoi servi proni, mentre altri, vi hanno già rinunciato ed in ciò i Taxisti rappresentano un po’ per tutti, anche per me, un esempio di vera resistenza 2.0
Mikaelaj Nusell da
http://blogintruder.blogspot.it

 

 

 

 

Ultima modifica: 30 Settembre 2016