279-tvI loro mezzi saranno costretti a cuocere sotto il sole nel periodo estivo, senza nessuna
protezione, mentre sono in attesa dei clienti. Taxisti in rivolta non contro le venti biciclette pubbliche, ma per
contestare la decisione di concentrare i due parcheggi del bike sharing, che si trovano attualmente all’inizio
del marciapiede sul lato destro di viale Carducci e al Biscione, presso una p o r z i o n e dell’area taxi sul lato
sinistro all’uscita della stazione ferroviaria, a loro riservata. Fino a due anni fa vi si trovava una sorta di
cimitero di vecchie biciclette abbandonate, che sono state rimosse e rottamate dal Comune, per il degrado in
cui la zona era ridotta. «Eravamo stati informati dell’intenzione di creare in quel posto un parcheggio
attrezzato per le biciclette pubbliche – sottolinea Alessandro Andreetta, uno degli undici taxisti, che operano
davanti alla stazione dei treni, a nome anche dei colleghi -. E avevamo sottoposto le nostre istanze. È
passato del tempo ed eravamo pertanto convinti che fossero state accolte, ma abbiamo appreso che non è
stata fatta nessuna retromarcia e che è già stata incaricata una ditta di predisporre le rastrelliere per le
biciclette pubbliche». E spiega che «quel posto, ombreggiato dalle piante di alto fusto che si ergono sul suo
lato ovest verso via Pittoni, è l’unico in cui i taxi possono essere parcheggiati durante l’estate, protetti dal sole,
in attesa dei clienti anche per tre ore di seguito. Gli abitacoli si ridurrebbero a un forno perché sarebbe
impensabile poter tenere acceso il motore e far funzionare l’aria condizionata per un tempo così lungo». La
richiesta dei taxisti, che per la loro attività devono sottostare a norme molto rigide imposte dal Comune con
uno specifico regolamento, è che si individui una diversa collocazione per le biciclette pubbliche. O che, in
alternativa, anche se lo spazio è ridotto, venga collocata una pensilina nella corsia riservata ai taxi in sosta
davanti alla stazione, per proteggerli dall’insopportabile surriscaldamento che subiscono durante l’estate, con
il sole che picchia.

 

Leggi l’articolo su

Il Gazzettino Treviso

 

 

Ultima modifica: 17 Novembre 2015