833-tx«Uber non tutela il pubblico e i lavoratori. Ed è illegale». Loreno Bittarelli, il presidente di Uritaxi, torna all’attacco della “lobby americana” che minaccia da vicino l’attività dei tassisti romani.

La multinazionale californiana «partecipata da Goldman Sachs» ha infatti richiesto una modifica della legge all’Autorità dei Trasporti italiana per riportare nell’ambito della legalità le auto private che svolgono sostanzialmente l’attività di noleggio con conducente, attraverso una App per smartphone e con tariffe predeterminate.

«Nel contratto fra Uber e gli autisti – afferma Bittarelli – c’è chiaramente scritto che Uber declina qualsiasi responsabilità» rispetto alla tutela della sicurezza di operatori e passeggeri.

Non solo. «Quello che sorprende di più – spiega ancora Bittarelli – non è solo che qualcuno si accodi agli interessi di una multinazionale, ma soprattutto che un organo tecnico, quale l’Autorità dei Trasporti dovrebbe essere, chieda modifiche delle norme senza alcun fondamento tecnico obiettivo e comprovato. L’Authority asserisce infatti – continua a spiegare il presidente di Uritaxi – di aver condotto un’istruttoria, ma nella segnalazione adottata non vi sono numeri, non vi sono analisi, non vi è alcuna considerazione, neanche critica, delle ragioni oggettive su cui poggia la regolazione italiana e su cui poggiano le regolazioni del tutto analoghe dei principali paesi europei».

Si tratta, secondo il presidente Uritaxi, «solo di affermazioni politiche, generiche e indimostrate, a supporto di un far west regolamentare coerente soltanto con gli interessi di un unico soggetto: la multinazionale Uber, ed i suoi potentissimi soci di capitale».

Bittarelli ricorda anche che «Uber è fuori legge non solo in Italia, ma la sua attività, in particolare UberPop, viene riconosciuta fuori legge anche in paesi europei come Spagna, Francia, Danimarca e Germania. Ovviamente, ciò che conta non è solo il risultato delle sentenze ma anche la loro motivazione: si pensi al Corte Costituzionale francese, Conseil Constitutionel che ha riconosciuto la coerenza del regime francese – analogo a quello italiano – con i valori costituzionali».

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Ultima modifica: 3 Settembre 2015