taxi_bruxellesLa Corte Commerciale di Bruxelles ha sentenziato che il servizio di car sharing urbano di Uber, chiamato UberPOP, non sarà più permesso.

Si tratta di un duro colpo al libero mercato, ma secondo la corte gli autisti che prestano questo particolare servizio dovrebbero possedere una licenza per taxi. In verità bisogna distinguere bene le attività svolte da Uber – che per altro è presente anche in Italia. Il core business è quello che consente tramite app di prenotare via smartphone una corsa su auto di lusso. Malgrado le proteste dei taxisti – e i deplorevoli atti intimidatori – si tratta di un servizio basato su autisti regolari con licenza NCC (noleggio con conducente).

Basta un tocco sullo smartphone per lo localizzare il mezzo più vicino, stimare il prezzo della corsa, procedere con la prenotazione e infine ricevere l’addebito sulla propria carta di credito una volta giunti a destinazione. UberPOP A Bruxelles però è finito sotto i riflettori un altro nuovo servizio che si chiama appunto UberPOP ed è disponibile a Parigi e in poche altre città. Permette una corsa low-cost da circa 4 euro. In questo caso gli utenti si affidano sempre all’app Uber ma possono localizzare conducenti privati che si prestano al car-sharing. Ovviamente le auto non solo di lusso ma le tariffe sono molto concorrenziali.

Forse troppo, secondo la Corte Commerciale e le associazioni dei taxisti che per primi hanno parlato di “concorrenza sleale”. Tom’s Hardware ha contattato Uber Italia, ma hanno preferito non commentare la notizia. Giustamente la situazione italiana è completamente diversa e anche le norme locali cambiano. Bisogna infatti ricordare che il servizio low-cost italiano, che si chiama UberX (al momento visibile in homepage ma non ancora attivo), viene comunque effettuato da autisti NCC e non da comuni cittadini. Insomma, il parallelo tra le due realtà è meno scontato di quanto si possa supporre. Ad ogni modo a Bruxelles ogni ulteriore violazione sarà sanzionata con 10mila euro di multa. A questo punto non resta che attendere la prossima mossa di Uber Belgio, ma la situazione non sarà facile da risolvere perché la politica pare essersi messa di traverso. Come riporta la stampa belga la dirigenza da settembre 2013 si è prodigata per trovare un accordo con le istituzioni.

A un certo punto però pare che la comunicazione si sia interrotta e che alcuni esponenti politici abbiano iniziato a schierarsi dalla parte dei taxisti. Succederà lo stesso a Barcellona e Berlino, dove è arrivato recentemente UberPOP?

Fonte: Tom’s Hardware Blog

Ultima modifica: 11 Novembre 2014