Da Vicenza a Brescia in taxi per consegnare un carico di droga. Così facendo, Moustapha Boussallah, marocchino di 37 anni, residente ufficialmente nel Padovano ma di fatto domiciliato in città, credeva di farla franca pensando che le forze dell’ordine non avrebbero mai fermato un’automobile pubblica. Invece, si sbagliava. Una pattuglia della polizia stradale, durante un controllo antiterrorismo, ha mostrato la paletta al tassista e il nordafricano è finito in manette subito dopo essere stato trovato in possesso di oltre 4 chili di hashish e di 200 grammi di cocaina.

Non era la prima volta che Boussallah faceva in taxi quel tragitto. Era già successo almeno altre cinque volte, come ricostruito successivamente dai poliziotti della stradale. Il magrebino, in regola con il permesso di soggiorno, chiamava il tassista, concordava con lui la tariffa e si accomodava sul sedile posteriore. E così ha fatto anche lunedì scorso.

Tutto è andato secondo i piani del marocchino fino a Sommacampagna, nel Veronese. Lì, però, una pattuglia della polstrada di Verona, impegnata in un controllo antiterrorismo voluto dalla procura scaligera, attorno alle 17.30 ha intimato l’alt al tassista. Che, non avendo nulla da nascondere, ha obbedito senza battere ciglio ai poliziotti e ha fermato il veicolo a lato dell’autostrada.

A differenza del conducente, il corriere ha immediatamente cominciato a sudare freddo. Boussallah ha tradito fin da subito un certo nervosismo perché non aveva preso nessun’altra precauzione, escludendo categoricamente che quella vettura sarebbe incappata in un’ispezione. Per questo motivo non aveva nascosto la sostanza stupefacente, ma custodiva i panetti in uno zainetto accanto a lui. Dopo aver controllato i documenti del veicolo e del tassista, gli uomini in divisa hanno concentrato la loro attenzione sul passeggero. Che hanno fatto scendere dall’abitacolo.

Gli agenti della stradale hanno chiesto a Boussallah di svuotare il bagaglio a mano per verificare quello che conteneva. L’hashish e la cocaina sono quindi finiti sul cofano della pattuglia. Il tassista non credeva ai propri occhi. Era turbato. I poliziotti lo hanno interrogato per un’ora e mezza e appurato che non stava recitando: era completamente estraneo ai traffici illeciti di Boussallah, che gli aveva detto di chiamarsi Moustapha e si era fatto accompagnare a Brescia altre cinque volte.

Avvisato il pubblico ministero di turno, Valeria Ardito, gli uomini della polstrada hanno poi rinchiuso l’arrestato in una cella di sicurezza in attesa dell’udienza davanti al giudice. Che ha convalidato l’arresto e disposto che il nordafricano finisse dietro le sbarre di una cella del carcere di Montorio come misura cautelare. Boussallah aveva già avuto problemi con la legge per droga. Ora i poliziotti stanno cercando di risalire all’identità della persona alla quale era destinato il carico trasportato dal corriere nordafricano.

 

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Ultima modifica: 14 Maggio 2018