392-msC’è un muovo intreccio fra le aziende globali dell’economia digitale: la Microsoft sta per diventare socia di
Uber per sostenere il suo sviluppo in tutti i continenti, mentre Uber di recente è diventata compartecipe delle
attività di Microsoft nella mappatura satellitare. Non c’è bisogno di lunghe spiegazioni sul perché Uber sia
interessata a questo doppio accordo: i responsabili del gigante dei taxi alternativi si fregano le mani per la
prospettiva sia di ricevere capitali freschi, sia di partecipare (orientandolo) allo sviluppo della attività di geolocalizzazione,
che sono fondamentali nell’attività di trasporto di persone e merci di Uber (questo avviene in
una fase di fermento del settore delle mappe: l’altro giorno la Nokia ha ceduto la sua brance Here a Bmw,
Audi e Mercedes).

Invece una sottolineatura in più merita la motivazione di Microsoft, che è articolata e
lungimirante: il numero uno mondiale del software vuole sì combinare un buon affare nell’immediato, ma
soprattutto intende contribuire alla crescita di un’azienda come Uber, che è già cliente diretta o indiretta dei
servizi di Microsoft e sempre più lo sarà in futuro con lo sviluppo del suo business. Insomma la Microsoft
vuole aiutare un suo cliente a crescere sul mercato, sicura che l’investimento sarà molto ben ripagato a
medio-lungo termine. È una cosa che la Microsoft fa in modo sistematico: per esempio, già nel lontano 2007 il
gruppo di Bill Gates acquisì per 240 milioni di dollari una quota dell’1,6% di Facebook, società sua cliente, per
promuovere un’integrazione e una crescita parallela delle due compagnie. Scommessa vinta: fra le altre cose,
nel tempo il software di Facebook è stato potenziato con prodotti della Microsoft come le videochat di Skype
e il motore di ricerca Bing.

Ora Microsoft punta a ripetere il colpo, su basi in parte nuove ma con molte
analogie, scommettendo sulla crescita di Uber. Quanto a Uber, si tratta dell’ormai famosa ma anche
famigerata azienda di San Francisco che offre un servizio molto economico di taxi senza licenza, apprezzato
da una quota crescente di pubblico ma odiato dai tassisti, che la accusano di concorrenza sleale. Il legame
con la nuova economia è dato dalla prenotazione su piattaforme digitali. (…)

 

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Ultima modifica: 5 Agosto 2015