I tassisti fuori turno si rubano le corse davanti ai terminal. Dentro la sala arrivi di Fiumicino, invece, orde di abusivi sono a caccia di ignari passeggeri, turisti e non. L’aeroporto della Capitale offre così il suo benvenuto ai turisti. In una illegalità diffusa. Le 23 dell’ultimo venerdì dell’anno sono trascorse da pochi minuti e l’assedio nell’affollato scalo romano non conosce tregua. È una di quelle giornate di massima affluenza al Leonardo Da Vinci: migliaia di viaggiatori in partenza per le destinazioni di Capodanno o di ritorno dalle vacanze. Tra addobbi natalizi e luci colorate, la ressa maggiore – insieme agli affari più lucrosi – si registra agli arrivi internazionali, piano inferiore del terminal 3. La marea umana di passeggeri (ormai a quota oltre 40 milioni annui a Fiumicino) impatta contro un muro di fuorilegge. Un succoso viavai di viaggiatori per i «procacciatori»: vengono definiti così i conducenti piazzati ad attenderli, abusivi di ogni genere, tassisti o Ncc, i noleggiatori di auto private.
Le regole sono chiare ma non vengono rispettate.
I taxi autorizzati sono appena fuori le porte, negli stalli appositi, i lunghi corridoi stradali con tanto di sbarra in cui vengono smistati. Il capoturno chiama il loro numero dal «polmone», il mega-parcheggio delle auto bianche poco lontano, e si parte. In teoria, i primi della fila prendono i clienti, uno dopo l’altro. Semplice. Ma non accade così nella gelida serata dello scalo. Proprio accanto alla coda dei regolari, quattro-cinque taxi: luci spente, fermi sul bordo della strada. C’è fermento nella corsia, i tassisti confabulano all’arrivo dei turisti, poi con gesti chiari li conducono alle auto salta-fila. Sono corse supplementari, se hai finito il turno, senza tassametro né tariffe prestabilite. Un tacito accordo tra i tassinari visto che nessuno (nemmeno i primi della coda) si ribella per la corsa rubata. Se vuoi lavorare e guadagnare un extra, questo è il gioco.
Prima fase del racket però è la cattura del cliente.
Come avvoltoi i procacciatori si aggirano a decine dentro le sale. Devono sudarsi la «mancia». Non li ferma nemmeno la nuova veste del terminal 3, con tanto di muri in plexiglas che delimitano i corridoi dei passeggeri e li separano, ordinati, da parenti e autisti con cartelli in alto a richiamare il cliente. Le barriere, per gli abusivi, non esistono. «Taxi, taxi?»: il richiamo suadente viene ripetuto ad ogni viaggiatore sbarcato. La legge dice che non possono farlo, è appunto procacciamento illecito, ci sono i turni, i gabbiotti di prenotazione, i regolari in attesa. E le tariffe, precise, per ogni destinazione, proprio per evitare la truffa al turista: 30 euro per Ostiense, 55 per Tiburtina e 48 euro per mete interne alle Mura Aureliane. E invece a Fiumicino vanno in scena trattative da mercato del pesce.
La preda migliore è lo straniero.
Poche rassicuranti parole in inglese («low cost, low cost») ed è fatta: 90 euro di corsa fino al Centro. Ma anche gli italiani cadono nel tranello. «Io ne ho quattro qui, chi se li carica?», preme l’Ncc abusivo al coordinatore; «Signò, 60 euro e ve porto a Tiburtina». «Stasera butta male, tutti italiani, non va bene» dice un altro irregolare al compare. Poi, pollici in alto: ha appena «rapito» quattro stranieri che pagheranno 45 euro a coppia. Alla faccia dei prezzi stabiliti. Un caos totale, nessuno a controllare. Le forze dell’ordine di Fiumicino fanno i conti con i tagli e intanto moltiplicano i blitz: funziona l’ultimo antidoto, il Daspo che allontana gli illegali, pronti a rispondere con esposti e minacce. Adr (società di gestione di Fiumicino) ha speso milioni di investimenti proprio per arginare il fenomeno: tra ordinanze chieste a Enac per le corsie preferenziali riservate a Ncc, più la gara per l’assegnazione del servizio a tre cooperative, che però è in mano al Tar causa ricorsi.
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Ultima modifica: 8 Gennaio 2018