Le polveri sottili nell’aria di Londra hanno gli anni contati. Nel nuovo stabilimento della London Taxi Company di Ansty, a Coventry è entrato in produzione il TX5, alias il black cab elettrico. Il Metrocab nel 2016, è stato il primo della categoria a emissioni zero ed a quanto pare ha fatto da apripista alla nuova generazione di taxi.

La Geely, proprietaria della LTC, assicura che la fabbrica produrrà ventimila auto all’anno ma, la sfida quasi da Guinness dei primati è stata lanciata dal neo sindaco, Boris Johnsons: entro il 2020, settemila taxi elettrici circoleranno in città. Sale l’attesa di vedere i primi su strada per la fine dell’anno, soprattutto il giro di affari ruota intorno ai trecento milioni di sterline e parla cinese. Già, la società è asiatica e vanta la proprietà dei marchi Volvo e Lynk & Co.
Il piano di produzione è incoraggiato dalle nuove regole britanniche anti smog. Ad esempio, i possessori di vetture alimentate diesel, per entrare nell’Area C della City, oltre al pagamento del pedaggio devono erogare ulteriori dieci sterline per ogni ingresso. Una norma esosa, che pian piano sta cambiando le abitudini dei londinesi.

Il futuro sarà senza dubbio elettrico Oltremanica e ha iniziato a creare mille nuovi posti di lavoro; sono stati già assoldati duecento ingegneri e trenta apprendisti. La Gran Bretagna sperimenta una mobilità diversa e dimostra di tenere testa ai cambiamenti, incluso l’investimento di energie e liquidità da parte della società cinese.

Il design del nuovo taxi rimarrà quasi lo stesso, si aggiunge la tecnologia Volvo. Nello specifico al momento è noto che si tratta di un’Extended Range, ossia di una vettura elettrica cui è affiancato anche un motore termico. Per l’autonomia, le batterie da 33 kW sono in grado di arrivare oltre le 70 miglia. La produzione è all’insegna di un altro record, quello dei test. Per la precisione, ogni unità assemblata dovrà percorrere oltre i 500 km in qualsiasi condizione climatica prima di ricevere l’ok ed essere messa su strada; dall’alto fanno sapere che la sicurezza viene prima di tutto.

Intorno a questo progetto ed alle emissioni di CO2 (cui abbassamento futuro è del 75% stimato), grazie alla circolazione dei veicoli ad hoc ruotano la salute (si vocifera) dei cieli di altri cinque città europee. A tal proposito, Carl-Peter Forster, presidente della LTC, in occasione della conferenza stampa ha lasciato intuire, che l’azienda è in trattativa per la fornitura di taxi elettrici, che portino la nuova mobilità a basso impatto ambientale oltre confine, chissà come andrà a finire…

Rumors a parte, l’amministrazione inglese ha messo in atto un programma d’integrazione degno di corona e rivoluzionario per i trasporti, che arriverà fino al 2023. L’anno che verrà, non saranno concesse le licenze ai nuovi taxi diesel ed a quelli a zero emissioni con determinati parametri.
Mentre, la società di trasporti inglese tra il 2018 e il 2020, sarà impegnata a installare 150 punti di ricarica rapida snodati in tutta la città.
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Ultima modifica: 31 Marzo 2017