215-toLa licenza a 5 milioni di lire. I clienti illustri. E quel caffé con Mastroianni. Il 75enne a settembre lascerà l’attività. Il suo ritratto è arrivato oltreoceano fino sulle pagine del New York Times.

Dal suo sedile anteriore, Alberto Tomassi tassista romano per 50 lunghi anni, è stato sia interlocutore che confessore.
Ha effettuato piccoli tour per pochi passeggeri, sventato scippi e trasportato innumerevoli clienti al pronto soccorso.

A lui è capitato perfino di parlare con mogli abbandonate consolandole con una dose di saggezza. “Ho detto una volta a una donna che il marito l’aveva lasciata per qualcuna di molto più giovane, gli ho detto:Come diciamo a Roma, quando muore un Papa, se ne fa un altro’.”
Guidando con esperienza tra le strade strette e piene di buche di Roma molte concepite secoli prima del motore a scoppio ha sviluppato la calma imperturbabile di un monaco Zen.
“Se è possibile passare attraverso i primi 15 anni alla guida del Taxi senza arrabbiarsi davvero, si può fare per sempre,” ha detto il signor Tomassi. “Prendo solo le cose come vengono.”
Solo una manciata di tassisti sono riusciti a passare indenni  il famoso traffico di Roma un mix di strade dissestate e l’avversione degli autisti a regole che è una caratteristica nazionale per cinque decenni.
“È un lavoro duro passato alternando i turni di notte a quelli di giorno, avendo a che fare quotidianamente con lo smog, il traffico, lo stress, i conducenti indisciplinati,” ha detto Loreno Bittarelli, Presidente della cooperativa radiotaxi 3570 a cui appartiene Alberto Tomassi.

“E dopo 50 anni, non si ha nemmeno un’ottima pensione,” prosegue.
“Si può rischiare di morire di fame se si va in pensione troppo presto.”

In Italia, i tassisti contribuiscono come lavoratori autonomi al sistema nazionale di previdenza sociale, che determina le pensioni basate su tali contributi.

 Il Presidente Bittarelli si è definito anche amareggiato che i tassisti romani sono spesso ingiustamente considerati come una lobby privilegiata che combatte la liberalizzazione delle licenze.

“Non so chi altri svolge un servizio pubblico nel nostro Paese come fanno i Tassisti, ha detto.

“Alberto si è sacrificato molto per continuare a lavorare ed è assurdo e umiliante per noi che ci sia chi consideri il suo lavoro portato avanti  fino alla sua età, come un privilegio.”

Da parte sua, il signor Tomassi come libero professionista non potendo ricevere nessuna onoreficienza ufficiale per il suo straordinario traguardo alla guida del suo Taxi, ha deciso di mettere da se un adesivo rotondo argentato, con un  evidente scritta “50 anni di taxi” sul lunotto posteriore del suo taxi.

Lui che ha cominciato a guidare il 5 febbraio 1966, dopo aver acquistato una licenza di taxi per 5 milioni di lire.
“Era un sacco di soldi,” ha detto, circa lo stesso come il costo per acquistare un appartamento di medie dimensioni  ……..

 


 

Traduzione a cura della redazione nazionale di Uritaxi
L’articolo in lingua originale può essere letto direttamente
sulle pagine del New York Times al seguente URL:
http://nyti.ms/1V6p9aL

Ultima modifica: 18 Aprile 2016