Quella di “Ci.Ro” peri tassisti è una tammurriata che non s’ha da fare: «assemblea», dicono al telefono le cooperative chiamate dagli utenti, ma di fatto sciopero.
Quarantott’ore senza un taxi, in una città che ha sporadici bus, metro in costruzione e altri, pochi, mezzi di fortuna. Dopo il primo giorno di sciopero contro le auto elettriche, i tassisti tornano in piazza Plebiscito. I conducenti considerano la piazza sgomberata dalle auto da Bassolino il simbolo della loro protesta, quella dell’ottobre scorso contro caro-assicurazioni e liberalizzazione delle licenze.
Oggi i motivi dell’assemblea che si protrae da 48 ore sono altri, ma dietro c’è sempre la crisi che sta riducendo, dicono i tassisti, il loro a un lavoro “stagionale”. «Quando siamo arrivati la piazza era intasata di forze dell’ordine – dice un quarantenne – sappiamo già che dopo questa settimana i vigili urbani faranno una strage». Così trecento dei 2.374 tassisti targati Napoli si spostano al Maschio Angioino e poi davanti a Palazzo San Giacomo, dove per l’intera mattinata dividono la piazza con i dipendenti di Bagnolifutura in agitazione contro il crac.
Assemblea non stop fino alle 19, con molti momenti di tensione. Mentre una parte delle auto bianche sfila con pochi manifestanti a piedi in un corteo-lumaca al Rettifilo, rallentando molto il già congestionato traffico di piazza Garibaldi, sotto a Palazzo San Giacomo riprende l’assemblea dove alcuni sventolano foto del talloncino dell’assicurazione con la dicitura “autocarro” di una macchina del car sharing. «Le hanno omologate così – spiega un tassista – per ottenere le agevolazioni che noi stiamo chiedendo da anni». Il vicesindaco Tommaso Sodano nega: «Non è vero, sono 9 auto e 3 van per trasporto merci e pagheranno l’assicurazione nei termini in cui la pagano i tassisti». Sodano definisce anche «pretestuosa» la protesta contro il car sharing.
L’accordo non si raggiunge, la protesta continua. Tre petardi esplodono intorno alle 13 e nel pomeriggio i tassisti simulano un’impiccagione davanti allo striscione “siamo lavoratori e chiediamo rispetto”. Alle 15, un nuovo incontro con Sodano, il capo di gabinetto del sindaco Auricchio, il presidente della commissione consiliare per la Mobilità e infrastrutture Formisano e il consigliere comunale Rinaldi. L’amministrazione chiede la fine della protesta, sottolineando che il progetto finanziato dal Miur «non è sostitutivo del servizio taxi e durerà fino alla primavera 2015». Il verbale di incontro in sette punti annuncia più incisività nella lotta all’abusivismo e un tavolo di confronto per la promozione del servizio.
Contemplate anche misure come il ripristino del parcheggio di Cavalli di Bronzo e più facile accesso al Beverello, contro l’ingresso delle Ncc (Noleggio con conducente) in aeroporto e per l’abolizione della sbarra alla Stazione Marittima. Contro gli abusivi il Comune chiederà aiuto al prefetto e metterà a disposizione un numero verde per le segnalazioni. Ma non va: in serata la rabbia dei tassisti si rivolge contro i propri delegati, accusati di aver firmato un accordo inaccettabile con la giunta comunale dopo un braccio di ferro di tre ore e mezzo. Si sfiora lo scontro fisico tra i circa 200 conducenti di auto pubbliche in attesa davanti al Municipio.
Alcuni delegati sindacali, che in rappresentanza di 6 sigle (sulle 20 circa in cui la categoria è divisa), hanno incontrato il vicesindaco Tommaso Sodano, vengono portati via dai colleghi per evitare l’aggressione fisica. Il verbale d’accordo firmato da Unimpresa, Sitan, Uti, Liti, Federtaxi e Confail Taxi viene sconfessato. «Non accettiamo nessuno dei punti sottoscritti – dice Ciro De Muro, di Confartigianato – o si blocca il car sharing o la protesta continua».
Fonte: il Mattino
Ultima modifica: 27 Febbraio 2014