Roma, 2 febbraio 2023 – E’ stato presentato nella sala stampa alla Camera il IV rapporto annuale “Gli italiani e il taxi 2023” commissionato da Uritaxi. L’indagine, realizzata da Lab21.01 sulla base di 1.600 interviste fatte nel mese di gennaio 2023 in 16 città italiane, analizza il gradimento del servizio taxi nel nostro Paese. Stavolta, però, oltre ai consueti indici di gradimento sui taxi italiani, è stato posto il focus anche su una serie di temi su cui avevano insistito negli ultimi mesi alcuni media: i taxi non hanno il pos, i taxi non ci sono mai, i tassisti sono violenti.

L’ironia della sorte ha voluto che la presentazione della ricerca avvenisse il giorno dopo della condanna in appello a 4 anni e 8 mesi per omicidio preterintenzionale da parte di due persone che nel 2017 aggredirono il tassista fiorentino Gino Ghirelli, morto dopo due anni di coma. Infatti, secondo noi, se la parola violenza vuol essere accostata al servizio taxi italiano, lo si deve fare per la violenza subita dai lavoratori del settore e non viceversa. A dimostrarlo ci sono sia i 5 casi, nell’ultimo decennio, di tassisti uccisi sul lavoro a bordo del loro taxi, Luca Massari, Alfredo Famoso, Gino Ghirelli, Antonio Dodaro e Pasquale Di Francesco, sia questa fresca indagine demoscopica dove solo il 2,5% della clientela dichiara di non sentirsi sicura a bordo di un taxi.

Il gradimento generale, rispetto allo scorso anno, è cresciuto del 3,2%. L’83,7% degli intervistati si dichiara infatti molto (16,8%) o abbastanza soddisfatto (66,9%). La città dove la soddisfazione è maggiore è Verona (90,6%), seguita da Siena (90,4%) e, al terzo posto, Perugia (90,3%).

Circa l’uso del pos, uno dei temi per i quali la categoria dei tassisti è spesso sotto accusa, dall’indagine emerge invece che 7 clienti su 10 dichiarano che nei loro viaggi in taxi non è mai stato negato, o raramente, il pagamento con il Pos. Il maggior gradimento rispetto a questo si registra nelle due città toscane prese in considerazione: Siena (85,3%) e Firenze (85,1%).

L’indagine dimostra come in generale trovare il pos a bordo di un taxi sia una costante. E non potrebbe essere diversamente sia per la presenza di un obbligo di legge che per la tipologia della clientela taxi: 65% business e 25% turismo. Clientela che notoriamente usa quasi esclusivamente la carta di credito” afferma il presidente nazionale Claudio Giudici.

Circa i tempi di attesa, dalla chiamata passano al massimo sei minuti prima che il taxi arrivi. Lo dichiara l’88,3% degli intervistati, con punte del 96,3% a Firenze, del 94,2% a Siena, del 93,9% a Verona.  Questi risultati dimostrano chiaramente come non si possa affermare che i taxi siano pochi. A corredo di ciò, durante la conferenza stampa sono state presentate delle tavole comparative prodotte dall’Ufficio studi Uritaxi che dimostrano come città come Milano e Roma abbiano, tra le grandi città, la più alta densità taxi d’Europa, precedute soltanto da Madrid.

Alla conferenza stampa sono intervenuti l’on. Andrea Barabotti, l’on. Elena Maccanti e, in videoconferenza, l’eurodeputata Susanna Ceccardi.

Di seguito, l’intera indagine demoscopica:

GLI_ITALIANI_E_IL_TAXI_2023_V04
Ultima modifica: 2 Febbraio 2023